Giornata vittime terrorismo, asse Bossi-Napolitano a difesa della magistratura

di Redazione

Giorgio NapolitanoROMA.Il 9 maggioè la Giornata della memoria dedicata alle vittime del terrorismo. Per questa occasione il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

… sottolinea il “peculiare di fermezza, di coraggio e insieme di quotidiana serenità e umanità nello svolgimento di una funzione essenziale per poter resistere all’ondata terroristica e averne ragione”. “Negli anni degli attentati terroristici, l’Italia corse rischi estremi. Sapemmo uscirne nettamente, pur pagando duri prezzi, e avemmo così la prova di quanto profonde fossero nel nostro popolo le riserve di attaccamento alla libertà, alla legalità, ai principi costituzionali della convivenza democratica, su cui poter contare”, scrive nell’introduzione del capo dello Stato, e presidente del Csm, per il volume a cura del Consiglio superiore della magistratura Nel loro segno, che ricorda i 26 magistrati vittime del terrorismo e delle stragi di mafia e che sarà presentato nel corso della celebrazione in programma al Quirinale alle 11. Il volume è aperto anche dalla presentazione del vicepresidente del Csm, Michele Vietti.

“Quelle riserve – prosegue Napolitano – vanno accuratamente preservate, ravvivate, e messe in campo contro ogni nuova minaccia nella situazione attuale del Paese e del mondo che ci circonda. E’ infatti necessario tenere sempre alta la guardia sia contro il riattizzarsi di focolai di fanatismo politico e ideologico sia contro l’aggressione mafiosa”.

Quindi il presidente della Repubblica lancia un appello: “No alla violenza e alla rottura della legalità in qualsiasi forma: è un imperativo da non trascurare in nessun momento, in funzione della lotta che oggi si combatte, anche con importanti successi, soprattutto contro la criminalità organizzata, ma più in generale in funzione di uno sviluppo economico, politico e civile degno delle tradizioni democratiche e del ruolo dell’Italia”.

Dal canto suo, nella presentazione del volume, il vicepresidente del Csm, Michele Vietti sottolinea che è “importante evitare ignobili provocazioni che equiparano Brigate Rosse e magistrati”. E ribadisce l’importanza di “coltivare la memoria, non dimenticare mai chi si è battuto ed ha accettato il rischio di sacrificare la propria vita per ‘stare dalla parte giusta’, evitando confusioni tra chi ha presidiato la frontiera dello Stato e chi ha tentato di abbatterla sull’altro versante, dalla parte sbagliata”. “Quando si toccano gangli vitali della vita democratica di un Paese, intrecciati per di più con drammatiche vicende destinate a rimanere ferite aperte nella coscienza collettiva di un popolo e nel cuore dei familiari delle vittime dei nemici dello Stato – conclude il vicepresidente del Csm – le analogie non possono essere utilizzate né per facezia né tanto meno per inaccettabili strumentalizzazioni”.

BOSSI. “Se non difendi la legalità, poi ti impantani. Senza legalità non si capisce più dove vai. La legalità è fondamentale”. Così il leader della Lega Nord Umberto Bossi ha commentato il richiamo alla legaltà contenuto nella prefazione del Capo dello Stato. A Bossi non convincono nemmeno le accuse espresse dal premier Silvio Berlusconi nei confronti dei pm. Il presidente del Consiglio ha infatti parlato di “cancro”, sottolineando però che il riferimento era diretto ai pm milanesi e non ai giudici.A chi gli chiedeva un commento, Bossi ha riposto: “Lo devi chiedere a Berlusconi, io non penso quella roba lì. Penso che ogni tanto c’è qualcuno che rompe le scatole, però non sono tutti uguali”.

FOTO VITTIME TERRORISMO FUORI TRIBUNALE MILANO. Intanto, durante la mattinata, in occasione dell’udienza per il processo Mills, a cui parteciperà anche Berlusconi, tre maxi foto di vittime dei terroristi sono state posizionate sulla scalinata d’ingresso del palazzo di giustizia di Milano. Due di queste foto raffigurano i giudici Emilio Alessandrini e Guido Galli, uccisi da ‘Prima linea’ nel 1979 e nel 1980. La terza il liquidatore della Banca Privata Giorgio Ambrosoli, assassinato da un killer della mafia nel 1979. Altri cartelli recitano: “Grazie ai magistrati e alla polizia giudiziaria per averci protetti dalle Br e dagli altri pericoli anche a costo della vita”.

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