Calderoli: “Spostare il Quirinale a Milano? Sono stato frainteso”

di Redazione

Roberto CalderoliROMA.Trasferire da Roma non solo i ministeri: “Nella prossima manovra cominceremo a tagliare anche quei sancta sanctorum mai toccati. Io voglio spostare anche la presidenza della Repubblica”.

La nuova promessa la fa, in un’intervista al Corriere della Sera uscita venerdì, il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, che aggiunge: “La Lega nasce per cambiare questo Stato”. Lo stesso ministro però evidentemente di averla sparata troppo grossa e quindi subito dopo corregge il tiro. “Intendo precisare – ha detto Calderoli in una nota – che a seguito di un’incomprensione telefonica con il giornalista che mi ha intervistato la mia frase ‘non voglio spostare da Roma la presidenza della Repubblica’ è stata erroneamente tradotta in ‘voglio spostarla’. Un fraintendimento che ha poi portato anche a un conseguente titolo errato, sempre frutto della suddetta incomprensione. È di tutta evidenza che la presidenza della Repubblica non possa che essere e restare nella Capitale del Paese e quindi mi scuso anche con il presidente Giorgio Napolitano per averlo involontariamente coinvolto nel decentramento amministrativo che è al nostro esame: non vi era nè l’intenzione di farlo e non vi è neanche l’intenzione di poterlo fare e tra l’altro sarebbe pure insensato”.

“Per chi non vuole i cambiamenti, non è mai il momento giusto”, aveva spiegato nell’intervista l’esponente della Lega. “In questo caso, sono stati i giornali e le televisioni: noi ne parliamo dall’estate scorsa”, ora “poi abbiamo anche avuto la fortuna di avere gli Alemanno e le Polverini che hanno molto contribuito al successo mediatico”.

Calderoli promette che la Lega non lascerà cadere la questione e rilancia: “Il trasferimento sarà uno dei punti qualificanti del programma su cui stringeremo le nostre prossime alleanze”. Il ministro leghista è convinto che “un ministero debba essere alimentato dalle vocazioni territoriali” e che il fatto che i dicasteri siano sempre nello stesso posto faccia in modo “che i grandi burocrati siano sempre gli stessi”, aggiungendo che “proprio per non subire condizionamenti” sta chiudendo gli uffici della Semplificazione.

Il ministrosottolinea di avere l’appoggio di Berlusconi: “Abbiamo deciso con il presidente del Consiglio di partire con lo spostamento di alcuni dipartimenti. Quelli senza portafoglio, dato che non hanno bisogno di una legge. Noi avevamo chiesto Riforme e Semplificazione, e Berlusconi orrettamente ci ha chiesto di aggiungerne anche uno al Sud. Si pensa alle Pari opportunità della Carfagna: una materia che è più necessario trattare nel Mezzogiorno”. È un “fatto simbolico”, certo, ma c’è “l’impegno” del premier, osserva Calderoli, “che dopo i ballottaggi” sarà affrontato “il tema più generale”, mentre il 6 giugno il Carroccio presenterà in Cassazione un progetto di legge di iniziativa popolare.

Quanto alla questione legge elettorale, spiega, è “un tema che divide i furbetti da chi lavora davvero per il Paese. È ovvio che noi stiamo trattando con tutti. Ma quello che a tutti diciamo, maggioranza e opposizione, è che bisogna far ripartire le riforme: riduzione del numero dei parlamentari e superamento del bicameralismo perfetto per avere una Camera legislativa e una Camera dei territori. Si può fare in questa legislatura e, una volta arrivati a quello, il cambiare la legge elettorale diventa obbligatorio. Ma quelli che vogliono partire dall’ultimo punto sono i furbetti”. Se Bersani è in “buona fede”, conclude, “accetterà la mia proposta”.

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