Chiesa, barriere architettoniche: che fine ha fatto il progetto dell’ascensore?

di Redazione

le scale della chiesa di San PietroPARETE. Il problema delle barriere architettoniche viene percepito in maniera diversa da ogni individuo e spesso non ci accorgiamo di come si impedisca e renda difficoltosi gli spostamenti di una persona con limitate capacità motorie o sensoriali.

La legge-quadro italiana che tratta il problema dell’accessibilità è la 13/89, la quale stabilisce i termini in cui deve esser garantita l’accessibilitàai vari ambienti, con particolare attenzione ai luoghi pubblici. Il relativo decreto ministeriale di attuazione, 236/89, si addentra in maniera più accurata nella parte tecnica individuando tre diversi livelli di qualità dello spazio costruito: accessibilità, visitabilità, adattabilità. A Parete sono circa duecento le persone, tra disabili, infartuati e anziani, che evitano di frequentare luoghi pubblici per la presenza di barriere architettoniche. Antonio Sgueglia, cittadino rivoltosi alla nostra redazione, affronta il problema dell’inaccessibilità per i disabili nella chiesa di San Pietro Apostolo. “I luoghi per il culto, in particolare, devono avere almeno una zona della sala per le funzioni religiose in piano, raggiungibile mediante un percorso continuo e raccordato tramite rampe. Invece la chiesa di San Pietro Apostolo, malgrado sia monumento nazionale dal 1939, e quindi, volendo evidenziare anche ciò, si sarebbero già dovute eliminare da tempo le barriere architettoniche durante le varie ristrutturazioni che sono state effettuate dal 1939 al 2010, è invece capace sì di ‘far volare angeli’ ma non ‘di far entrare un disabile nella struttura’. Tra l’altro, ricordo la recente modifica delle scalinate, con l’aggiunta di marmo lungo le facciate laterali. Il senso civico e la scelta di seguire una morale cristiana mi hanno portato ad espormi circa questa problematica, in quanto è contraddittorio avere una legge che conceda di professare la propria fede religiosa se poi si nega la possibilità di praticarla a persone con disabilità motorie, cardiopatici e anziani solo perché il luogo sacro presenta una scalinata”.

Sgueglia ricorda che da circa 8 anni il parroco don Emilio Tamburino è stato “sollecitato” a prendere un’iniziativa in tal senso. “Si è attivato finalmente nel 2008, – spiega Sgueglia – in seguito ad alcune lettere giunte al direttore dell’ufficio tecnico della Diocesi di Aversa. Non essendo però possibile realizzare una rampa, siccome la pendenza della scalinata è eccessiva, si è optato per realizzare un mini-ascensore, che non disturba la struttura architettonica della chiesa. Il progetto fu affidato all’architetto Angelantonio Pezone che, a titolo gratuito, accettò l’incarico con grande senso di solidarietà e, il 9 gennaio 2009, inviò al Comune di Parete la richiesta di occupazione del suolo pubblico permanente per la realizzazione di un miniascensore-piattaforma elevatrice. Il 20 aprile 2009 il responsabile dell’area tecnica del Comune di Parete, ingegner Raffaele Avvedimento, approvò il progetto, aspettando però il parere favorevole della Sovrintendenza per le province di Caserta e Benevento. Da allora, tramite conoscenze personali, in particolare la signora Mina Bernieri, ex presidente della Uildm (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), sede di Caserta, sono riuscito a comprendere e sbrigare le pratiche burocratiche notando che il 24 maggio 2010 la Sovrintendenza di Caserta aveva approvato il progetto (protocollo numero 10640). Intanto, giungeva un’altra lettera di lamentela alla Diocesi, ma stavolta non all’Ufficio Tecnico bensì all’ex arcivescovo di Aversa, Mario Milano. La lettera di una madre che chiedeva al vescovo di sollecitare il parroco in quanto il proprio figlio non poteva e non può tuttora accedere alla sua parrocchia da quando ha smesso di camminare. Nel mese di luglio, dall’altare, durante la santa messa, il parroco annunciava che il Comitato festeggiamenti stava raccogliendo soldi per coloro che volessero fare beneficenza finalizzata alla realizzazione sia delle scalinate della chiesa che dell’ascensore per garantire l’accesso ai disabili e agli anziani e ribadisce più volte che entro settembre intende completare i due lavori. Nel mese di agosto e settembre il comitato riceveva numerose offerte”.

Agli inizi di ottobre 2010 veniva realizzata solo la scalinata, mentre dell’ascensore non si sa più nulla. “Inizialmente – continua Sgueglia – sembrava un problema burocratico. Risolto quello, ora è divenuto un problema economico e il comitato, dopo essersi preoccupato di restaurare le scalinate, sta girovagando già porta a porta nel paese per la raccolta di soldi in vista dei festeggiamenti in onore di Maria SS. della Rotonda, e non per l’ascensore. E i soldi che la gente ha donato per l’ascensore? L’ex vescovo telefonicamente espresse la sua fiducia nel parroco, dicendo che il Comitato festeggiamenti si sarebbe interessato della questione, come invece non sembra. Si va persino diffamando il Comune di Parete come responsabile dell’attuale situazione di stallo ma ben sappiamo quanto l’amministrazione comunale, con il sindaco Luigi Verrengia a capo, siano pienamente consenzienti. Non sono riuscito a spiegarmi tali comportamenti, non sono mai riuscito a capire il vero problema quale fosse. Prima si parlava di burocrazia, ora di economia, domani potrebbe toccare all’aspetto artistico del monumento”.

Ora la questione verrà fatta presente al nuovo vescovo di Aversa Angelo Spinillo. “Di certo, – commenta Sgueglia – so solo che con questo atteggiamento si sta negando a persone il diritto di poter professare il culto in luogo sacro, le si sta emarginando favorendo l’esclusione sociale, si stanno contrastando sia i principi legislativi della Costituzione Italiana che quelli morali della Cristianità. Mi chiedo allora dov’è finito veramente l’amore verso il prossimo? In questa situazione la chiesa è a rischio di ricevere sanzioni per le norme non rispettate ma non è interesse né mio né delle duecento persone interessate recare danno alla chiesa. Vogliamo solo risolvere questo problema e ottenere l’accessibilità in chiesa come in una vera comunità cattolica. Il miglioramento di questa situazione deve essere fatto innanzitutto educando la comunità nel rimuovere le barriere culturali prima di quelle architettoniche al fine di promuovere l’integrazione sociale parallelamente a quella ambientale. Inoltre deve esserci il sostegno di una progettazione dello spazio e degli edifici volta a favorire il più possibile una vita indipendente e confortevole dei diversamente abili”.

Sgueglia spera che a breve si riuscirà a realizzare un comitato per l’abbattimento delle barriere architettoniche a Parete, dato che, oltre la chiesa di San Pietro Apostolo, attualmente nessun bar e nessun marciapiede risultano accessibili: sono pochissime le strutture a norma, mentre molte sono solo apparentemente accessibili”.

“Mi auguro che questo mio intervento – conclude Sgueglia – svegli un po’ il paese perché è un problema che, per quanto possa apparire lontano da ognuno di noi, potrebbe invece presentarsi a chiunque, e che inoltre inizi ad esserci sempre più una maggiore sensibilità verso questa tematica, in quanto per abbattere veramente le barriere architettoniche bisogna prima di tutto abbattere la nostra disabilità mentale”.

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