Vendola: “Contro di me il metodo Boffo”. E lancia coalizione guidata da Bindi

di Redazione

Nichi Vendola e la copertina de Il GiornaleMILANO.Un’immagine risalente al 1979, in un campeggio calabrese, che lo ritrae nudo. E’ quella di Nichi Vendola, pubblicata in prima pagina nei giorni scorso da Il Giornale.

Per il governatore pugliese, la trovata del quotidiano diretto da Alessandro Sallusti rientra nel cosiddetto “metodo Boffo” e rappresenta”una chiamata in correità per dire che siamo tutti colpevoli e quindi tutti da assolvere”.

In un’intervista a Repubblica, il leader di Sinistra Ecologia e Libertà analizza anche la situazione politica e lancia Rosy Bindi per guidare un governo nato da una “coalizione di emergenza democratica”. La coalizione comprenderebbe i finiani di Futuro e Libertà ma non i leghisti, “elemento centrale del degrado civile del Paese”. La Bindi, secondo Vendola, è “una donna che rappresenta la reazione a uno dei punti più dolenti del regresso culturale, ricopre un ruolo istituzionale-chiave come quello di vicepresidente della Camera, ha il profilo giusto per guidare una rapida transizione verso la normalità”.

Vendola critica anche l’apertura di “una linea di credito” alla Lega da parte del leader del Pd Pier Luigi Bersani: “E’ sbagliato. Non è che la Legaè stata un occasionale alleato di Berlusconi e rappresenta un interlocutore delle forze di progresso. La Legaè uno degli architravi del berlusconismo e di quelle culture reazionarie che hanno pervaso il Paese”.

“Dobbiamo cacciare una classe dirigente di amici e sodali di dittatori – spiega il governatore e leader di Sel – mafiosi, ruffiani, una corte dei miracoli segnata dall’antropologia dei lelemora e dei fabriziocorona”. Vendola si dice “molto gratificato” dal subire “lo stesso trattamento riservato a Boffo, Mesiano, Marcegaglia e Boccassini. Ciclicamente tocca anche a me” e l’obiettivo di questi attacchi è quello di dimostrare che “Berlusconi non è pulito ma siamo tutti luridi”. Così “scatta la macchina del fango che cerca di mettere sullo stesso piano la rivendicazione della propria libertà e dignità con l’intangibilità e il sottrarsi al controllo di legalità”. “Berlusconi pensa per sé – spiega ancora il presidente pugliese – alla sacralità del corpo tipica del sovrano medioevale”.

Poi un riferimento all’ambiente in cui sono maturati gli scandali che interessano il premier e afferma che Ruby e le altre sono un pezzo di generazione definita dai sociologi quella del “lavoro mai”. “Il più grande crimine sociale del berlusconismo”.

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