Bestemmia in classe, le maestre gli lavano bocca col sapone

di Redazione

 TORINO. Ha otto anni, frequenta la terza classe di un istituto primario di Sant’Ambrogio,in Val di Susa, nel torinese. E’ un bimbovivace e anche “sboccato”: dice parolacce e gli scappa anche una bestemmia.

Cosìle sue due maestre, esasperate, un giorno decidono di usare le maniere forti, lavandogli la bocca con il sapone. Una “terapia” finalizzata a non farlo più imprecare ma che costa alle due insegnanti una denuncia, da parte della procura, per abuso di mezzi di correzione. Il fatto sarebbe accaduto nei giorni scorsi in una scuola primaria e denunciato dalla madre del bambinoai carabinieri di Avigliana

La mamma si è rivolta anche all’istituto chiedendo la sospensione dal servizio delle due maestre. Ma la preside avrebbe risposto negativamente: prima di prendere qualsiasi decisione sulle due insegnanti, che reputa delle ottime educatrici, bisognerà attendere l’esito delle indagini avviate dalla magistratura.

“Non siamo più ai tempi del ghetto. Lui ha sbagliato a dire quelle parolacce e soprattutto a bestemmiare, è un comportamento che dà fastidio anche a me”, ha detto la madre del bambino.”Queste cose non si dicono, adesso sciacquati la bocca!”, sarebbe stato il commento delle maestre che poi sarebbero passate alle vie di fatto. Dalla parte delle due insegnanti ci sono la preside e le colleghe: “Quel bambino insulta compagni e insegnanti e a volte volano anche le sedie”, riferiscono. Anche l’assessore all’Istruzione del Comune di Sant’Ambrogio, Antonella Falchero, non ha dubbi: “Metterei la mano sul fuoco per quelle due maestre e non per spirito di corpo”. Così come i genitori degli altri alunni della classe:”Quanto accaduto – scrivono in un comunicato – non modifica la nostra opinione nei confronti delle insegnanti, a cui chiediamo di restare e di terminare il ciclo di studi. I comportamenti irrispettosi e violenti di quel bambino – affermano i genitori – si stavano protraendo dall’inizio dell’anno sia nei confronti delle insegnanti, sia nei confronti degli altri bambini della classe. Alcuni genitori, stanchi, avevano deciso di portare altrove i propri figli, tant’è che il numero di alunni della classe è sceso in breve tempo da 25 a 18 bambini”.

Il bambino, intanto, non va più a scuola: “Non vuole ritornare, la notteha gli incubi, e poi sono io stessa a non volerlo rimandare in classe se nondopo che saranno allontanate quelle due”, afferma la madre, chesi è rivolta ad un avvocato per intentare una causa civile.

“L’episodio è da verificare, ma qualora risultasse vero ci troveremmo davanti all’ennesima lesione di diritti fondamentali perpetrati in un luogo deputato, invece, alla tutela dei bambini”, commentail presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori Antonio Marziale. “Un bambino di otto anni che bestemmia – afferma Marziale – non ha cognizione di causa. Certo non è da sottovalutare l’attivismo che lo sprona ad essere indisciplinato ed è bene utilizzare le tecniche più idonee per allinearlo ai principi dell’educazione, purchè queste non ledano alla sua dignità di persona. Se, come asserito dalla madre, – prosegue il presidente dell’Osservatorio – il bambino è seguito da una psicologa, ciò significa che gli insegnanti devono essere pronti e preparati a fronteggiare la situazione. È una accezione insita nel ruolo e nella vocazione di chi si propone alla società come educatore nell’era della globalizzazione, non già del medioevo”.

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