Terzo Polo: “O Bondi rimedia oppure votiamo la sfiducia”

di Redazione

Sandro BondiROMA. Il Terzo Polo presenta la propria mozione di sfiducia al ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi.

Un documento articolato nel quale si elencano i tagli e i ridimensionamenti subiti in questi anni dal settore della cultura e del patrimonio e si sottolinea che “il ministro, a differenza dei suoi colleghi, non è stato in grado di far valere la propria iniziativa presso il presidente del Consiglio, il ministro dell’Economia e in seno alla collegialità del Consiglio dei ministri, così non riuscendo ad arginare l’irreparabile guasto delle politiche pubbliche per la cultura in Italia, che la linea prevalente del governo tende a definire come un costo superfluo per le finanze pubbliche”.

Di qui la richiesta di dimissioni che lascia però aperto a Bondi uno spiraglio, una prova d’appello su cinque specifiche richieste. Il terzo polo, infatti, è pronto a rivedere il proprio atteggiamento al momento del voto sulla sfiducia se il ministro riuscirà a rimediare, convincendo il governo a cambiare linea su almeno cinque punti (un pacchetto tradotto dai terzopolisti in emendamenti al milleproroghe): una deroga al blocco delle assunzioni dei candidati che hanno vinto concorsi del ministero; la proroga di tax credit e tax shelter (al momento rifinanziati per 6 mesi); il reintegro per 200 milioni del Fus (per il 2011 sono attualmente previsti 258 milioni); la cancellazione del divieto degli investimenti in cultura dei Comuni; uno stanziamento di 300 milioni per la tutela del patrimonio.

“Se Bondi – sottolinea il leader dell’Api Francesco Rutelli – riuscirà a imporsi in Cdm su questi punti la nostra mozione è un atto politico ma noi siamo pronti a valutare un atteggiamento diverso, altrimenti si voterà e si prenderà atto del coma irreversibile della cultura italiana”. La nostra, sottolinea il capogruppo di Fli in commissione Cultura alla Camera Fabio Granata, “è una operazione di patriottismo costituzionale perchè l’articolo 9 della Costituzione impone la cura del patrimonio culturale”.

“In un momento di difficoltà – attacca il presidente Udc Rocco Buttiglione – il patrimonio culturale subisce tagli che sono ben più che lineari ma non può reggere l’idea: vada a fondo la Pietà di Michelangelo che tanto abbiamo le veline. Chiediamo a Bondi di dimostrare che ha a cuore la valorizzazione dei beni culturali italiani: se non crediamo noi in questo, perchè gli altri dovrebbero venire in Italia? Noi vogliamo che gli italiani e tutti possano fruire del nostro patrimonio per arricchire la propria umanità”. A chi gli chiede, però, se la mozione di sfiducia possa essere un primo passo a una sfiducia sul governo, Buttiglione replica: “non enfatizziamo, troppo, è una sfiducia individuale, nasce dal fatto che il nuovo polo vuole essere quello che rappresenta anche le attese e le speranze della cultura italiana”.

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