Rubygate: spunta Iris, un’altra minorenne

di Redazione

Iris BerardiROMA.Dalle nuove carte trasmesse dalla Procura di Milano alla Giunta per le autorizzazioni della Camera emerge che anche un’altra minorenne partecipava alle feste di Arcore.

E’ Iris Berardi, nata nel dicembre 1991, la cui presenza nelle residenze del premier Silvio Berlusconi è stata accertata il 22 novembre 2009. La ragazza risulta agli inquirenti notoriamente come una prostituta. La presenza di Iris Berardi sarebbe stata registrata il 21 novembre 2009 nella cella telefonica di Porto Rotondo. Il 13 dicembre, sempre 2009, invece era ad Arcore. Il premier però non era ad Arcore. Con riferimento alle due date emerse (finora) negli atti dei pm milanesi, tuttavia, sembra potersi escludere che il premier fosse in una delle sue residenze. Per quanto riguarda il 21 novembre, quando il cellulare della Berardi risulta “agganciato” alla cella di Porto Rotondo, Berlusconi è a Gedda, in Arabia Saudita. Il premier arriva nella città sul Mar Rosso intorno alle 22, ora italiana, del 20 novembre. Resta a Gedda fino al 22 novembre da dove riparte per il Qatar. Anche il 13 dicembre, Berlusconi non dorme ad Arcore. Proprio quel giorno, infatti, viene colpito dalla statuetta lanciata da Massimo Tartaglia in piazza del Duomo. Poche ore dopo, il premier viene ricoverato all’ospedale San Raffaele dove rimarrà alcuni giorni.

I VERBALI DI GUERRA A CASA DELLA POLANCO. Perchè i verbali con le dichiarazioni di Barbara Guerra si trovavano a casa di Maria Esther Garcia Polanco già firmati dagli avvocati del premier? A porsi la domanda sono i componenti della Giunta per le Autorizzazioni della Camera dopo aver letto nelle nuove carte trasmesse dalla procura di Milano sul caso Ruby che, tra i documenti sequestrati nelle abitazioni delle ragazze invitate ad Arcore, sono stati trovati anche i verbali di altre ragazze. Verbali che non risultano mai consegnati ufficialmente alla Procura di Milano. “La prima ipotesi che viene in mente – spiega un esponente dell’opposizione – è che in realtà in tutta questa vicenda si potrebbe cominciare parlare anche di ‘subornazione di testimoni’, più banalmente di intralcio alla giustizia…”.

AVVOCATI DEL PREMIER:”NON CONOSCIAMO NUOVI ATTI”.I legali del premier Piero Longo e Niccolò Ghedini hanno presentato questa mattina una memoria alla Giunta per le Autorizzazioni della Camera nella quale spiegano di non essere stati messi a conoscenza dalla Procura di Milano dei nuovi atti trasmessi sul caso Ruby. In più, gli avvocati lamentano il fatto che si tratta “in gran parte” di materiale documentale raccolto “successivamente al decreto di perquisizione”. Informano quindi la Giunta di averne chiesto una copia ai Pm di Milano ma di non averla ancora ricevuta.

PROCURA: “NON CI SONO NUOVI INDAGATI”. Intanto, la Procura di Milano fa sapere che al momento non sono previsti nuovi atti istruttori e non è stata presa alcuna nuova iniziativa così come non ci sono nuove qualificazioni di reato e nemmeno nuove iscrizioni nel registro degli indagati nell’inchiesta milanese sul caso Ruby.

UN’ALTRA RAGAZZA RACCONTA DEI PARTY AD ARCORE.“Non sono solo Lele Mora ed Emilio Fede i procacciatori di giovani bellezze per Berlusconi. A Milano diversi imprenditori, (‘almeno cinque o sei”) sarebbero “impegnati a reclutare ragazze per le serate hard di Arcore” con lo scopo di ottenere poi favori dal Cavaliere. È quanto scrive il settimanale L’Espresso, in edicola venerdì, che pubblica la testimonianza di una giovane, C., amica di Ruby, scelta in un locale milanese. La ragazza, 20 anni, citata negli atti inviati in Parlamento dalla Procura di Milano, sarebbe stata ospite di una festa nella residenza di Villa San Martino all’inizio del 2010 ed avrebbe assistito allo “spettacolino” nell’ormai famosa sala del “Bunga Bunga”. “Una sera C. – riferisce L’Espresso – incontra un imprenditore del ramo auto di lusso che le dice: ‘Ti faccio conoscere Lui’. ‘Ho capito subito di chi stava parlando, ma pensavo fosse uno scherzo, una favola o una millanteria. Ma mi ha risposto con sicurezza’. “Ti vengo a prendere stasera e andiamo da Lui”. E la sera, puntualmente, C. si ritrova in auto con altre tre ragazze, a far rotta verso la dimora presidenziale”. “Dopo aver passato senza problemi il posto di blocco dei carabinieri – prosegue la ricostruzione dell’Espresso – l’auto varca i cancelli di Villa San Martino. Non c’è alcun controllo, nè dei documenti nè delle borse: chiunque quindi avrebbe potuto portare telefonini, registratori o telecamere”. In tutto le ragazze sono una trentina. E dopo poco comincia la cena. “Ogni portata – racconta C. – era inframmezzata da un regalo: un anello dopo l’antipasto, un bracciale dopo il primo, una collana dopo il secondo”. Berlusconi chiacchiera, scambia battute con l’una e con l’altra. Poi canta accompagnato da un pianista.

“BERLUSCONI ‘TESTAVA’ LE RAGAZZE”. Dopo cena “la compagnia si trasferisce al piano di sotto, nella taverna”, la cosiddetta s’ala del Bunga Bunga’. C. la descrive in ogni dettaglio: “Prima dell’ingresso ci sono i bagni dove alcune ragazze si cambiano e si truccano. Sulla destra c’è la statua di un cavallo azzurro a grandezza naturale, posizionata vicino al bancone del bar. Una porta laterale si apre verso la piscina. Al centro del locale è piantato il palo da lap dance, intorno ci sono le poltrone e un pianoforte”. “Sul lato sinistro – riferisce la ragazza – erano seduti Mora e Fede, Berlusconi stava di fronte al palo, su una poltrona bianco panna”. Tutte le ospiti si accomodano, “tranne le cinque – scrive L’Espresso – che si esibiscono nello spettacolino. Vestite da poliziotte e infermiere sexy – afferma C. – ballavano, si toccavano, si baciavano e di tanto in tanto si avvicinavano a Berlusconi. Che a sua volta le toccava e le baciava senza dire nulla, come per testarle”, mentre Fede e Mora si sarebbero limitati a godersi lo show. Per C. la serata finisce lì. “Avevo accettato l’invito – sottolinea – perchè pensavo mi sarebbe tornato utile per il lavoro, all’epoca avevo già partecipato a un paio di programmi di Rai e Mediaset. Vista la piega che stava prendendo la serata, però, me ne sono andata. Volevo dimostrare che ero una brava ragazza…”. Sarà la sua prima e ultima festa ad Arcore ed anche la sua carriera nel mondo dello spettacolo “si arena”.

ALTRI DUE TESTIMONI. Mentre Ruby approfitta del momento per partecipare a serate in discoteca (si parla di 10mila euro a comparsata) ci sono nuove rivelazioni sull’inchiesta dei pm milanesi e nuove polemiche politiche. Due testimoni confermerebbero i festini a luci rosse. Nel supplemento di incartamenti giunti in Parlamento alla giunta per le autorizzazioni a procedere spuntano due testimoni che gettano altra benzina sul fuoco. Maria Makdoum racconta che tramite Lele Mora è arrivata alle feste di Arcore e racconta particolari della sala bunga bunga. C’è anche il capo scorto e autista di Fede che invece racconta di aver accompagnato le ragazze a all’Olgettina dopo le feste, di aver viste il giorno di San Valentino tutte vestite in babydoll rosso.

LO SFOGO DELLA MINETTI, POI IL DIETROFRONT.Quella che farà discutere ancora moltonei prossimi giorni è la rabbia di Nicole Minetti che si sfoga al telefono con le amiche. Del premier non sembra avere ora una grande considerazione (‘è un pezzo di m …’, ‘un vecchio dal culo flaccido’) e andrà dai pm per difendersi. E forse per aggiungere qualche altro particolare. La consigliera regionale sembra vacillare e potrebbe essere la chiave di volta dell’inchiesta. E’ stata già più volte indicate come una delle organizzatrici delle feste e potrebbe essere davvero lei la custode di tanti segreti. Minetti è furiosa con il premier (“voglio sposarmi e avere figli, così mi rovinano”) ma dalle parole intercettate al telefono traspare anche una certa gelosia per come Berlusconi si è comportato con altre ragazze, in particolare con la “Fico” alla quale avrebbe regalato un appartamento.si lamenta di Karima ‘Ruby’ El Mahroug (‘ci sta sputtanando’) e forse serpeggia anche una certa invidia per i regali e i soldi che la giovane marocchina ha ricevuto. Minetti, di fronte alle intercettazioni telefoniche trascritte nero su bianco, sembra fare retromarcia. “Non mi ricordo di avere detto cose di quel genere e se l’ho fatto era solo lo sfogo in un momento di rabbia, uno dei tanti che ho da quando è cominciato tutto questo”, dice la consigliera regionale della Lombardia. “Non sono una maitresse”.

DROGA. Non c’è nessuna relazione tra le cene di Arcore e la droga, ma nell’inchiesta spunta (per caso) anche la cocaina. Tanta droga che gli inquirenti hanno trovato nell’auto di Nicole Minetti trasportata da un amico di Maria Esther Garcia Polanco (un’altra frequentatrice di Arcore) approfittando di un viaggio all’estero della Minetti. In una occasione la cocaina sequestrata sarebbe pari a 2,8 chili mentre in un’altra volta sarebbero stati trasportati ben 10 chili di droga.

I “CONTI” DI RUBY.La ragazza in lacrime aveva raccontato di aver ricevuto solo qualche migliaio di euro dal ragioniere di Berlusconi. Karima al telefono sostiene che riceverà dal premier 5 milioni di euro per tacere o per ‘fingersi pazza’ raccontando un sacco di frottole. La Procura di Milano, perquisendo l’abitazione di Ruby ha trovato diversi riscontri (tutti naturalmente da verificare). In particolare un appunto nel quale la giovane marocchina scrive di dover ricevere “4 milioni e mezzo da B. entro due mesi”. Nei nuovi atti trasmessi dai pm milanesi alla Giunta per le Autorizzazioni della Camera si legge anche che la ragazza ha ricevuto “70.000 euro da Di Noia – il suo avvocato – e 170.000 euro da Spinelli”, il ragioniere di Berlusconi i cui uffici la Procura di Milano chiede di poter perquisire.

CASO RUBY, DI CHI LA COMPETENZA?La giunta delle autorizzazioni a procedere ancora non ha deciso, ma non è nemmeno certo chi ha la competenza sull’inchiesta. Per Giuseppe Consolo, noto avvocato romano e parlamentare letto nelle file del Pdl e poi migrato nel gruppo di Futuro e Libertà, non ci sono dubbi. “La competenza ad indagare sul caso Ruby è del Tribunale dei Ministri. Del resto il Tribunale dei ministri è un collegio di tre giudici del distretto di Milano. Sono magistrati e non giudici speciali”.

PDL: “CREDEVA DAVVERO FOSSE NIPOTE MUBARAK”. “Sollevare il conflitto di attribuzione, per trasferire il materiale dell’inchiesta al Tribunale dei ministri, bloccando il rito abbreviato in ragione del fatto che la telefonata in questura da parte di Berlusconi sarebbe stata fatta in qualità di premier”. E’ questa la strategia che intende adottare il Pdl in Giunta per le Autorizzazioni. In pratica, il premier avrebbe chiamato in Questura nella convinzione che Ruby fosse davvero la nipote di Mubarak, esercitando una funzione istituzionale.

BRUTI LIBERATI DIFENDE BOCCASSINI”. Intanto, a difesa dei magistrati finiti nel mirino della carta stampata, interviene il procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati. “Ogni attività della magistratura -e dunque anche quella della Procura della Repubblica di Milano- in un ordinamento democratico è soggetta alla valutazione e alla critica della libera stampa; le campagne di denigrazione e l’attacco personale ai magistrati si qualificano da soli, e in un sistema di civile convivenza devono essere un problema per chi ne è l’autore e non per chi ne è vittima”. Questa dunque la risposta di Bruti liberati a “Il Giornale” che ha pubblicato in prima pagina un articolo sul pm Ilda Boccassini, titolare dell’inchiesta sul caso Ruby. Il titolo di apertura del quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi si riferisce a un procedimento disciplinare del Csm sulla Boccassini del 1982, terminato con un proscioglimento, a proposito di atteggiamenti affettuosi del magistrato, ora co-titolare dell’inchiesta che vede indagato Berlusconi per concussione e prostituzione minorile, con un giornalista che risalivano a un periodo fra il 1979 e 1980.

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