Ruby, dedica di Saviano ai pm milanesi. Marina Berlusconi: “Che orrore”

di Redazione

Roberto Saviano e Marina BerlusconiMILANO.Alta tensione fra Roberto Saviano e Marina Berlusconi, figlia del premiere presidente della Mondadori, la casa editrice che ha pubblicato tutti i suoi libri, a cominciare dal best seller “Gomorra”.

Venerdì mattina lo scrittore casertano, nel ricevere la laurea honoris causa in Giurisprudenza all’università di Genova, ha dedicato il premio ai magistrati milanesi che si occupano del caso Ruby, Bocassini, Forno e Sangermano, sostenendo che “stanno vivendo momenti difficili solo per aver fatto il loro mestiere di giustizia”.

“Il compito dell’intellettuale in queste oreè dire che non siamo tutti uguali, non facciamo tutti le stesse cose. Non si tratta di essere superiori, per niente, ma diversi. – ha aggiunto Saviano – Tutti abbiamo debolezze, contraddizoni, errori ma diversoè il crimine, il ricatto, la corruzione. Questa diversitàè il pericolo vero. L’obiettivo continuo di molta parte dei mediaè dimostrareè che siamo tutti sporchi e quindi tutti dobbiamo stare zitti. Bisogna stare attenti. Oggi il gossipè rischioso le storie che raccontiamo riguardano le inchieste, il gossip è quello che ne deriva dopo. E’ un modo per dire facciamo tutti schifo, quindi non ci giudicate. Il nostro compitoè discernere, ovunque siamo, con i figli a tavola, nei bar, capire la differenza. La deriva più grandeè pensare che vivere onestamente sia inutile e questa inutilità arriva quando si arriva a questa disperazione che e’ indotta: facciamo tutti schifo, siamo tutti uguali”.

LA REPLICA DELLA BERLUSCONI. Non si è fatta attendere la replica della Berlusconi: “Mi fa letteralmente orrore – dice- che una persona come Roberto Saviano, che ha sempre dichiarato di voler dedicare ogni sua energia alla battaglia per il rispetto della libertà, della dignità delle persone e della legalità, sia arrivata a calpestare e di conseguenza a rinnegare tutto quello per cui ha sempre proclamato di battersi. Il ‘mestiere di giustizia’, come lo chiama Saviano, e coloro che sono chiamati ad esercitarlo non dovrebbero avere nulla a che vedere con la persecuzione personale e il fondamentalismo politico che questa vicenda mette invece tristemente, e con spudorata evidenza, sotto gli occhi di tutti”. Non è la prima volta che Saviano, l’autore di punta della Mondadori con oltre due milioni di copie vendute nel mondo, entra in rotta di collisione con la famiglia Berlusconi e quindi con la proprietà della sua casa editrice.

SAVIANO: “ORRORE MI FA CHI DELEGITTIMA MAGISTRATI”. “Orrore mi fa chi sta colpevolmente e coscientemente cercando di delegittimare e isolare coloro che in questi anni hanno contrastato più di ogni altro le mafie”.Con queste parole Saviano, in un intervento su Repubblica, risponde alle dichiarazioni della figlia del premier. “Marina Berlusconi dichiara che le fa orrore che parlando di diritto si difenda un magistrato. Così facendo avrei rinnegato ciò per cui ho sempre proclamato di battermi – scrive Saviano – Forse Marina Berlusconi non conosce la storia della lotta alle mafie, perché difendere magistrati che da anni espongono loro stessi nel contrasto all’imprenditoria criminale del narcotraffico non vuol dire affatto rinnegare”. “Accusare Ilda Boccassini, Pietro Forno e Antonio Sangermano, isolarli, delegittimarli, minacciare punizioni significa inevitabilmente indebolire la forza della magistratura in Italia – dice Saviano – vuol dire togliere terreno al diritto, favorire le mafie. Mi avrebbe fatto piacere ascoltare nelle parole di un editore l’espressione orrore non verso di me, per una dedica di una laurea in Legge fatta ai magistrati. Mi avrebbe fatto piacere che la parola orrore fosse stata spesa per tutti quegli episodi di corruzione e di criminalità che da anni avvengono in questo paese, dalla strage di Castelvolturno sino alla conquista della ‘ndrine di molti affari in Lombardia. Ma verso questi episodi è stato scelto invece il silenzio”.

LE MOTIVAZIONI DELLA LAUREA. “Per l’importante contributo a difesa del principio di legalità, asse portante dello Stato di diritto”. Con queste parole il preside di Giurisprudenza, professor Paolo Comanducci ha attribuito la laurea allo scrittore. Subito dopo il professor Paolo Pisa ha letto la Laudatio. ”La criminalità organizzata teme la parola, proclamata in pubblico o scritta in un libro, se questa scuote le coscienze”. E’ questo uno dei passi più significativi della Laudatio per la Laurea honoris causa in Giurisprudenza attribuita dall’Ateneo di Genova a Saviano. ”Certo – scrive Pisa, docente a Giurisprudenza e redattore della Laudatio – non saranno solo le parole a sconfiggere camorra o mafia. Se la disoccupazione giovanile sfiora in alcune zone il 50% e in esse la criminalità organizzataè il primo datore di lavoro, appare fin troppo ovvio che l’ambito politico, economico e sociale rimane fondamentale”. Pisa si augura che “tra qualche anno possiamo conferire una laurea honoris causa anche ad una personalità che sappia coniugare la lotta sui diversi fronti”.

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