Egitto, guerra civile: 100 morti. “Via Mubarak o continuerà intifada”

di Redazione

 IL CAIRO.Nuovi scontri in Egitto e altri morti nel giorno in cui il governo si è dimesso. Il Paese è ormai sull’orlo della guerra civile e l’esercito promette pugno di ferro”.

Dopo Il Cairo anche ad Alessandria i manifestanti sono scesi in piazza e in molte altre città si spara e ci sono vittime. La tv satellitare araba al Jazeera sostiene che il suo corrispondente ha visto sabato più di 20 cadaveri di manifestanti ad Alessandria, mentre fonti ospedaliere riferiscono che 30 cadaveri, tra cui quelli di due bambini di 4 e 7 anni, sono stati portati ieri all’ospedale El Damardash del Cairo in seguito ai disordini di ieri. Secondo al Jazeera sono circa 100, di cui 5 nelle ultime ore. Le forze armate hanno “invitato i cittadini ad evitare assembramenti e a rispettare il coprifuoco”. L’esercito ha ricevuto l’ordine di usare il pugno di ferro.

ALESSANDRIA. Nuove manifestazioni sono in atto in tutto il Paese anche sabato contro il presidente Hosni Mubarak, tra cui quella di Alessandria, dove alcune centinaia di persone si sono riunite davanti alla moschea al-Ibrahim, dove già ieri era partito un primo corteo contro il governo. Un migliaio di manifestanti ha dato l’assalto al ministero degli Interni e la polizia ha aperto il fuoco: ci sarebbero tre morti. È quanto riporta la televisione satellitare Al Jazira. La folla ha tentato di espugnare anche il Dipartimento di pubblica sicurezza del Cairo. Uditi spari anche nei pressi della Zecca della Banca centrale d’Egitto.

SUEZ. Un agente di polizia è morto a Suez nell’assalto compiuto dai manifestanti contro il commissariato del quartiere di al-Arbayn. Scontri e violenze a Ismailia e nel Sinai. Secondo fonti locali nella prima località si registrano due morti e 50 feriti ed è stato appiccato il fuoco alla sede della sicurezza nazionale. Nel Sinai due poliziotti sono stati uccisi, secondo le fonti secondo le quali altri cinque sono stati rapiti. Diversi colpi d’arma da fuoco sarebbero stati avvertiti all’interno del carcere di Tura, nella zona sud della capitale egiziana Il Cairo. Il penitenziario di Tura è il più grande dell’Egitto. Tre poliziotti sono rimasti uccisi negli scontri fra polizia e manifestanti avvenuti durante un attacco alla sede per la sicurezza a Rafah, al confine con la Striscia di Gaza. Spari sui manifestanti ad Alessandria. Nella notte segnalati numerosi saccheggi nei centri comemrciali della capitale.

ASSALTO AL MINISTERO: 3 morti. Un migliaio di manifestanti ha tentato di dare l’assalto al Ministero degli Interni e la polizia ha aperto il fuoco: 3 i morti.È quanto riporta la televisione satellitare Al Jazira. Oltre che al ministero degli Interni, la folla ha tentato di espugnare anche il Dipartimento di pubblica sicurezza del Cairo. Uditi spari anche nei pressi della Zecca della Banca centrale d’Egitto.

GOVERNO DIMESSO. Il governo egiziano si è dimesso sabato mattina e un nuovo esecutivo dovrebbe essere formato a breve. Lo ha annunciato il portavoce del governo dopo che il presidente egiziano Hosni Mubarak la scorsa notte aveva chiesto all’esecutivo di dimettersi in seguito alle proteste di piazza scatenatesi in tutto il paese. “Il presidente annuncerà chi sarà il prossimo primo ministro – ha detto il portavoce, aggiungendo che – il governo dovrebbe essere formato molto rapidamente, entro oggi”.

“MUBARAK DEVE ANDARSENE O INTIFATA CONTINUERA'”. L’ex direttore generale dell’Aiea e leader di uno dei movimenti di opposizione egiziani ha detto oggi in un’intervista a France 24 che il presidente Hosni Mubarak “deve andarsene”. “Se il regime non cade, l’intifada del popolo continuerà”: lo ha detto l’esponente dell’opposizione egiziana Mohamed El Baradei in una dichiarazioni alla tv Al Jazeera.

CAPO SERVIZI SEGRETI VICEPRESIDENTE. Il generale Omar Soleiman, capo dei servizi segreti, è stato nominato vicepresidente. Secondo quanto rende noto la tv di stato egiziana, Suleiman ha già giurato sulla Costituzione oggi pomeriggio, alla presenza del presidente Hosni Mubarak. Suleiman è una personalità di rilievo del mondo politico egiziano e da più parti è stato considerato il candidato ideale del Partito nazionale democratico per le prossime elezioni presidenziali in Egitto.

FAMILIARI MUBARAK FUGGONO A LONDRA. Suzanne Mubarak, consorte del presidente egiziano, ha abbandonato il Paese ed è fuggita a Londra. Anche i due figli del presidente Mubarak, Gamal e Alaa, sono partiti per la Gran Bretagna con le loro famiglie. Lo riferisce la televisione Al Jazeera citando “fonti britanniche”. Il figlio del presidente egiziano Hosni Mubarak, Jamal, era considerato candidato alla successione al potere. Già tre giorni fa la rivista online araba `Akhbar al-Arab´, edita negli Stati Uniti, aveva parlato di una sua fuga Londra con la moglie e la figlia. Secondo il sito, Mubarak Jr. sarebbe partito senza alcuna protezione da parte della sicurezza alla volta della Gran Bretagna, a bordo di jet privato dall’aeroporto della zona ovest del Cairo. La famiglia avrebbe caricato a bordo dell’aereo 97 valige. Poco dopo la diffusione di questa notizia, fonti del governo egiziano si erano affrettate a smentirla.

VIA UOMINI D’AFFARI, TRA CUI PATRON DI WIND. Fonti dell’aeroporto del Cairo hanno riferito che Ahmad Ezz, uno degli uomini d’affari più in vista del paese e segretario aggiunto del partito di Mubarak il Pnd ha chiesto di preparare il suo jet privato per andare nella località egiziana del Mar Rosso di Hurghada con la famiglia e da lì potrebbe dirigersi in qualsiasi località straniera. Ezz si è dimesso da segretario generale del Partito nazional democratico. Anche sette componenti della famiglia del magnate egiziano, proprietario di Wind, Naguib Sawiris, hanno preso un aereo privato diretto verso l’Italia. Lo riferiscono fonti dell’aeroporto del Cairo, secondo le quali nelle ultime dieci ore sono partiti 19 jet privati, soprattutto con a bordo famiglie di uomini d’affari, che si sono recati a Dubai.

TENTATO SACCHEGGIO A MUSEO. Il capo delle antichità egiziane, Zahi Hawass, ha affermato che è stato respinto in mattinata un tentativo di saccheggio al Museo Egizio. Lo riferisce la televisione di stato egiziana, affermando che l’esercito presidia la zona. I saccheggiatori sono riusciti comunque a entrare nel Museo Egizio e a distruggere due mummie di faraoni, prima di essere respinti dalla polizia.

INTERROTTE DIRETTE TV. Le autorità egiziane hanno ordinato ai giornalisti della tv satellitare al-Arabiya di interrompere i collegamenti in diretta dal Cairo. Lo riferisce la stessa emittente con sede a Dubai. La redazione della tv araba al Cairo si trova a pochi passi da piazza Tahrir, nel centro del Cairo, e ha ospitato numerosi esponenti dell’opposizione al regime di Hosni Mubarak.

RIPRISTINATI CELLULARI. Intanto, stanno ritornando gradualmente a funzionare le linee di telefonia cellulare in Egitto. Secondo la tv al-Arabiya, già in queste ore in alcune aree è possibile utilizzare i cellulari. Nella giornata di ieri la compagnia Vodafone egiziana aveva reso noto che le compagnie telefoniche avevano ricevuto l’ordine dal governo di fermare il servizio di telefonia mobile.

SUMMIT CAPI ARABI. Il re del Bahrein, Hamed Bin Isa Al Khalifa, ha proposto al presidente egiziano, Hosni Mubarak, di convocare un summit dei capi di stato arabi per decidere come affrontare le crescenti proteste contro il carovita che interessano quasi tutti i paesi della regione.

OBAMA. “Gli Stati Uniti sostengono il diritto di libera associazione e la libertà di esprimersi in Egitto, come in tutto il mondo: tutti i governi hanno il dovere di governare sulla base del consenso”. Lo ha detto il presidente americano, Barack Obama, sottolineando che “gli Stati Uniti sono a fianco del popolo egiziano”. Barack Obama ha riferito di aver parlato a lungo, oltre trenta minuti, con il presidente egiziano. Quindi ha affermato di aver chiesto a Mubarak “passi concreti a favore dei diritti del popolo egiziano”, allargando la democrazia del suo Paese e assicurando maggiori opportunità economiche per il suo popolo. “Gli ho detto – ha aggiunto Obama – che si deve assumere la responsabilità di dare un senso alle sue parole e prendere misure concrete conseguenti con le sue promesse”. Contestualmente Obama ha riferito di aver esortato Mubarak a “non usare la violenza nei confronti di chi manifesta contro la sua presidenza”. “Il popolo egiziano – ha sottolineato Obama – ha diritti che sono universali. Tra questi c’è il diritto di riunirsi pacificamente, di esprimere liberamente il proprio pensiero e scegliere il proprio destino”.

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