Casapesenna, Legambiente: “Salviamo il Palazzo Baronale”

di Redazione

 CASAPESENNA. A dominare la piazza centrale di Casapesenna è, insieme alla Chiesa, il Palazzo Baronale del XV secolo.

Oggi è in rovina, anche se ospita alcune famiglie. “I resti degli affreschi sono deliziosi e ci lasciano immaginare che il palazzo tutto doveva essere splendido”, così commentava Jolanda Capriglione del Club Unesco diCaserta all’indomani dell’incontroculturale tenutosi a maggio presso la Parrocchia Santa Croce. Adesso il circolo di Legambiente Casapesenna prende una posizione dopo le piogge degli ultimi giorni;affermando chel’edificio è ormai fragile e i vecchi danni alla copertura permettono l’infiltrazione d’acqua nei solai e nella struttura portante creando danni irreparabili.“E’ importante – commenta il presidente del circolo Pasquale Cirillo informare e sensibilizzare le istituzioni, i media, le persone circa il nostro unico bene culturale, al di fuori degli itinerari turistici tradizionali e sconosciuto al grande pubblico ma non per questo meno importante: un patrimonio che rappresenta l’unica ricchezza di cui Casapesenna dispone”.

Del Palazzo si fa menzione in un documento della Regia Camera del 23 marzo 1551, successivamente dopo il 1623 esso passò alla nobile famiglia napoletana dei Bonito. Per volere di Giulio Cesare Bonito questo palazzo, che rappresentava il centro antico del paese, fu restaurato e ampliato, dopo che gli venne concesso il titolo di “Principe di Casapesenna” per sovrana concessione del Re Filippo IV. Il palazzo è citato nei cedolari nuovi del Regno di Napoli, conservati presso il grande Archivio di Stato di Napoli. Nel 1729 la famiglia Bonito diede incarico all’ingegner Antonio Allineri di effettuare una ricognizione di tutti i suoi beni a Casapesenna e tra questi è ben descritto il palazzo(Archivio Pignatelli-Strongoli sez. archivi privati Casa Reale).

Gli ultimi eredi della famiglia Bonito, Marianna e Carmela fecero eseguire lavori di completamento e rifacimento della copertura, in seguito l’eredità passò alla famiglia Vargas-Maciucha avendo Ferdinando sposato Carmela Bonito. L’ultimo intestatario del palazzo risulta il figlio di questi ultimi Tommaso Vargas M., che ereditò il titolo di Principe di Casapesenna e duca d’Isola e Marchese di Positano con Real Rescritto l’8 giugno 1858. Alla fine del XIX secolo risulta proprietario un nobile napoletano Gaetano Saenz-Santa Maria che in seguito vendette il palazzo a più famiglie locali.

Oggi il palazzo non è ancora vincolato alla Sopraintendenza dal decreto legislativo 490/99 già legge 1089/39, che garantirebbe senza dubbio, una serie di limitazioni nell’uso dell’immobile e la sicurezza di non essere mai demolito o modificarlo o restaurarlo senza l’autorizzazione del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali. E per i graziosi affreschi compromessi dall’acqua e dall’umidità, Legambiente si appella al sindaco: “Sarebbe troppo complicato recuperare almeno quel che resta di questi brani di pitture colorate?”.

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