Berlusconi: “Non mi dimetto. Fini ha fallito tentativo eversivo”

di Redazione

Silvio BerlusconiROMA.“Non fuggo e non mi dimetto”. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è tornato a ribadirlo in un collegamento telefonico a un convegno del Pdl a Milano, in cui ha definito la situazione attuale “insieme grave e paradossale”.

Il Cavaliere ha parlato del “ricorso all’arma impropria dell’ uso politico della giustizia. Ho reagito ad un’autentica aggressione e non fuggo e non mi dimetto. Per l’Udc e Fli ora sarei io che aggredisco perché reagisco a un autentico tentativo eversivo”.

“SOTTOPOSTO A SPIONAGGIO”. “E’ normale, in una normale democrazia, che il presidente del Consiglio sia sottoposto a uno spionaggio del genere? – ha detto il premier – Le intercettazioni non sono state fatte a seguito di una notizia di reato, ma per costruire una notizia di reato. Dopo la mia discesa in campo, nel 1994, la giustizia si è occupata in modo ossessivo di me”. Berlusconi ha anche tracciato una sorta di contabilità della vicenda giudiziaria che gli è costata “oltre 300 milioni di euro per avvocati e consulenti” ma, soprattutto, “tanta sofferenza”.

“USO POLITICO DELLA GIUSTIZIA”. “L’invito a comparire inviato dalla magistratura – dice Berlusconi – non era di due, tre pagine ma un volume di quasi 400 pagine di intercettazioni per ottenere, invece di un effetto giudiziario, un effetto mediatico e politico. Prove in quelle intercettazioni non ci sono. Siamo di fronte a un clamoroso uso politico della giustizia e dunque reagiamo. Faremo prevalere la volontà degli elettori e la verita”.

“FINI HA FALLITO TENTATIVO EVERSIVO”. “Siamo determinati a realizzare la riforma della giustizia che non siamo mai riusciti a fare, non per mancanza di impegno, ma per l’opposizione prima di Casini e poi di Fini. Una riforma che è richiesta da ciò che sta avvenendo da anni in Italia”. Berlusconi ha parlato di “disegno eversivo” e ha attaccato frontalmente Gianfranco Fini: “Dal 2008 al 2010 Fini, non a caso, ha bocciato tutte le possibili riforme della giustizia, a partire dalla legge sulle intercettazioni. Poi, non a caso, è stata preparata, costruita e messa in atto la scissione di Futuro e Libertà. Il progetto era mettere in minoranza e mandare a casa, sommando i pochi voti a quelli della sinistra, il nostro governo eletto dagli italiani, ma il disegno eversivo è fallito. Ed è a questo punto che è scattata l’operazione giudiziaria”.

NON ANDRA’ DAI PM. Venerdì Berlusconi ha annunciato che non risponderà alla convocazione dei pm di Milano dove è indagato per concussione e prostituzione minorile per il caso Ruby. Il diniego è motivato dal fatto che – secondo i legali del premier – i pm milanesi non hanno competenza funzionale ad indagare e che il fascicolo dovrebbe essere trasmesso al Tribunale dei ministri. I pm, però, vanno avanti, ed entro metà febbraio dovrebbero depositare la richiesta di giudizio immediato per il presidente del Consiglio.

VELTRONI: “SI DIMETTA”. “O Berlusconi può chiarire tutto davanti ai magistrati, e non credo che sarà in grado di farlo, oppure per una volta non pensi a se stesso, ma a 60 milioni di italiani, e faccia un passo indietro e si dimetta” ha detto sabato Walter Veltroni aprendo la convention di Movimento democratico al Lingotto.

CASINI: “GOVERNO PREOCCUPATO SOLO A DIFENDERE BUNGA BUNGA”. “Il vero scandalo che c’è è che abbiamo un governo mobilitato a 360 gradi per difendere Berlusconi dai suoi ‘bunga bunga’, mentre il Paese va a rotoli. – ha detto oggi a Udine il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini – Il governo è mobilitato nei talk-show per spiegare che il bunga bunga era gratis, o a pagamento, non ho ben capito. Insomma gli uomini del governo e del Pdl sono tutti impegnati per spiegare come erano le serate del bunga bunga e le bugie dei magistrati. Il governo non c’è, non si stanno occupando dei problemi del Paese mentre cresce la disoccupazione, i giovani non hanno prospettive, le imprese chiudono. Quando gli italiani capiranno come credo che stiano capendo, che serve un governo che risolva i problemi del Paese, capiranno il fallimento di questa stagione”.

BOCCHINO: “BERLUSCONI NON RAPPRESENTA I MODERATI”. “Io credo che, quando il caso Ruby sarà sedimentato, l’opinione pubblica capirà che Berlusconi non è in condizione di poter rappresentare l’area moderata di questo Paese. – ha detto il capogruppo del Fli alla Camera, Italo Bocchino -I comportamenti in politica sono essenziali per dare l’esempio, e non mi sembra che ci siano le condizioni affinché Berlusconi possa rappresentare i valori della destra, i valori del moderatismo italiano”.

IDV: “SIAMO AI TITOLI DI CODA”. “Siamo ai titoli di coda, al termine di un film brutto con un pessimo attore protagonista. – dice il capogruppo Idv, Massimo Donadi – Mentre il Paese affonda, le imprese chiudono, si bruciano migliaia di posti di lavoro, la disoccupazione giovanile è alle stelle, Berlusconi si dà a baccanali degni dell’antica Roma. E’ il simbolo evidente della decadenza italiana e, per il bene del Paese, lo invitiamo a dimettersi prima che la situazione degeneri ulteriormente”.

CICCHITTO: “NESSUN RIPOSO PER IL PREMIER”. “Una battuta”, così il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, liquida l’invito di Umberto Bossi al premier di riposarsi. “Berlusconi non si riposa. – dice Cicchitto – Guida il governo ed è impegnato a fare una cosa a cui Bossi tiene molto, il federalismo fiscale”. Sullo stop di una settimana al provvedimento dopo le critiche sollevate dai Comuni, Cicchitto non è particolarmente preoccupato. “Si cercherà di venire incontro ai Comuni – ha spiegato – Non è in discussione l’impostazione generale del federalismo, ma solo alcune voci. E’ una materia di merito, non di pregiudiziale politica”. La replica di Cicchitto era riferita alle parole del leader della lega che ieri, pur difendendo il premier, aveva detto: “Gli consiglio di andare un po’ a riposare da qualche parte, che ci pensiamo noi”.

“IN CASO DI VOTO BERLUSCONI E’ SEMPRE CANDIDATO PREMIER”. “Se si andrà ad elezioni, certamente il candidato premier del centrodestra sarà Silvio Berlusconi. – dice Cicchitto – Il governo è compatto. C’è la volontà di andare avanti. Bisogna vedere se, come ci auguriamo, in Parlamento c’è la maggioranza e il clima generale non è caratterizzato da un eccesso di provocazione. Altrimenti l’unica strada sono le elezioni, non certo un governo tecnico che, avendo contro Bossi e Berlusconi, non passerebbe in Parlamento”.

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