Yara, dopo il fermo del marocchino si cercano due italiani

di Redazione

Yara GambirasioBERGAMO. Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate Sopra (Bergamo) di cui non si hanno più notizie dal 26 novembre scorso, sarebbe stata uccisa e il suo corpo occultato da qualche parte.

Il drammatico risvolto nelle indagini è giunto nella mattinata di domenica con il fermo, per omicidio, sequestro di persona e occultamento di cadavere di un immigrato marocchino di 23 anni, bloccato sabato sera dai carabinieri al largo di Sanremo, mentre era a bordo di un traghetto diretto a Tangeri, in Marocco. Il nordafricano è stato condotto nella caserma del comando provinciale dei carabinieri di Bergamo, in via delle Valli, intorno alle 23 di sabato, poi trasferito nel carcere di Bergamo di via Gleno. Ad interrogarloi carabinieri e il pm Letizia Ruggeri. In un primo tempo si era parlato anche del fermo di un italiano, ma la circostanza è stata poi smentita dagli inquirenti, anche se non è da escludere che siano coinvolte altre persone.

Ad incastrare l’immigrato un’intercettazione telefonica:”Che Allah mi perdoni, ma non l’ho uccisa io”. Sarebbe stata questa frase a convincere i carabinieri della responsabilità del magrebino,che lavorava proprio nel cantiere del centro commerciale di Mapello, vicino al luogo della scomparsa di Yara,dove i cani avevano più volte condotto gli investigatori. Sul marocchino si sarebbe indirizzata l’attenzione quando ha lasciato il suo luogo di lavoro e la residenza abituale, partendo per Genova, con l’intenzione di imbarcarsi sul traghetto diretto in Marocco.A quel punto è scattato il blitz dei carabinieri che, su un’imbarcazione della guardia costiera, hanno raggiunto il traghetto e bloccato il giovane.

Il marocchino avrebbe due complici italiani, secondo vari quotidiani. L’ipotesiè che il nordafricano avrebbe aiutato a sequestrare la ragazzina, violentata e uccisa dagli altri due.Sull’identità dei due misteriosi italiani ci sarebbe già più di un’ipotesi. Il loro coinvolgimento nel delitto si evincerebbe dalle intercettazioni telefoniche sull’utenza del maghrebino.

Le ricerche, purtroppo, a questo punto, sono rivolte a trovare il corpo della giovane promessa della ginnastica ritmica. In mattinata le operazioni si sono spostate nella zona di Barzana, a nord di Brembate Sopra (ascolta l’audio di Claudio Del Frate).

Intanto, si segnalano le prime reazioni di intolleranza a Brembate Sopra quando si è sparsa la notizia del fermo: nel primo pomeriggio di domenica davanti alla casa della ragazza si è fermato un suv Audi dal quale è sceso un uomo che ha esposto un cartello con la scritta “Occhio per occhio, dente per dente”. Un’altra persona con un giubbotto verde è passata più volte urlando “Fuori marocchini e albanesi dalla Padania”. A calmare gli animi ci ha pensato il sindaco Diego Locatelli che, in un’intervista telefonica a SkyTg24, ha detto: “La nostra comunità non reagirà mai con una caccia all’uomo, siamo uniti, solidali, abbiamo speranza: non c’è alcun timore. Questo è un episodio ma non è nella nostra natura né in quella della nostra terra. Non c’è una preoccupazione generalizzata ma solo episodica”.

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