Berlusconi: “Fini e Casini vogliono consegnare Paese alla sinistra”

di Redazione

l'immagine di Berlusconi su un Ipad durante la manifestazioneROMA.“Casini ha il solo fine di far fuori Silvio Berlusconi per prenderne il posto”.

L’ira del premier si abbatte nuovamente sul Terzo Polo dopo l’intervista del leader dell’Udc a Repubblica nella quale gli chiede di farsi da parte e chiede al Pdl un nome alternativo per la presidenza del Consiglio. Berlusconi interviene telefonicamente (non senza incidenti di linea) ad una manifestazione a Roma in sostegno del Governo. Senza citare Fini, il premier ha parlato di una sua “incoerenza totale”, affiancandolo a Casini nell’intento di consegnare il paese alla sinistra.

Il Cavaliere chiede sostegno ai cittadini per la prosecuzione del suo mandato, e agginge: “Sono assolutamente consapevole che ho una certa età e che dovrò lasciare prima o poi, ma passerò il testimone quando avrò terminato il programmma e comunque mai ai maneggioni della vecchia politica”. “C’è un’incoerenza totale da parte di questi signori che fino a ieri sono stati con noi e che sono passati dalla Bossi-Fini al voto agli immigrati, dal presidenzialismo al premio di maggioranza. Questi signori che per ambizioni personali ora si mettono con la sinistra e vogliono consegnare anche il governo del paese alla sinistra. Gli italiani devono saperlo”.

Senza fare il nome è con queste parole che Berlusconi attacca il presidente della Camera. Un attacco che suona come una precisa risposta a quanto affermato ieri da Fini e Casini a Repubblica: “Questi signori usano mezzi di propaganda indebiti – afferma infatti Berlusconi – ieri hanno detto che bisognava dirlo agli aquilani che ci sarebbero voluti anni per mettere a posto tutto. Ma noi – tuona il premier – lo abbiamo detto. Sappiamo bene che per il centro dell’Aquila serve un esame preciso di ogni singolo edificio. Loro – scandisce ancora Berlusconi – usano insomma argomenti che non stanno nè in cielo nè in terra”.

“Il 14 dicembre andremo in parlamento e sono convinto che avremo la maggioranza sia al Senato che alla Camera”, ha aggiunto Berlusconi parlando del voto di fiducia. “Non riesco a credere – ha detto – che ci sia un’armata così grande di creduloni che seguono questi aspiranti leader politici che portano avanti un discorso di distruzione della credibilità del Paese”.

Intanto, per il premier “in questo periodo è importante attivarsi per far giungere alla gente le nostre posizioni al di là di quello che le fa giungere la stampa la cui grande maggioranza è contro di noi”. Berlusconi ha voluto sottolineare il grande costo che il Paese potrebbe pagare per le “ambizioni personali di quelli che si mettono con la sinistra per consegnargli il governo del Paese”. “A fronte di un governo che ha fatto tanto con un presidente del Consiglio che ha conquistato un grande prestigio nel mondo, se la sinistra andasse al governo gli italiani pagherebbe un prezzo estremamente elevato: verrebbe reintrodotta l’Ici, sarebbe introdotta un’imposta sul patrimonio, il prelievo fiscale sui Bot sarebbe elevata da 12,5% al 25%, oltre a una limitazione delle libertà dei cittadini sia con nuove norme di polizia tributaria, come anche “con intercettazioni a go go”.

E su cosaaccadrebbe con un cambio di maggioranza Berlusconi ha ribadito come la sinistra punti ad aprire le porte del Paese a immigrati clandestini per poi, dar loro il voto: un progetto per conquistare il governo del paese.

Il presidente del Consiglio ha poi parlato della situazione economica italiana: “Le principali agenzie di rating hanno confermato un giudizio positivo sul nostro Paese (tre A) ma tale valutazione è sottoposta alla condizione del mantenimento della stabilità di governo”. Il premier ha sottolineato come in caso di una crisi di governo “potremmo diventare bersaglio della speculazione internazionale. Facendo quello che vorrebbero fare questi signori nuovi alleati con la sinistra, si aprirebbe una situazione di instabilità e potremmo diventare bersaglio della speculazione internazionale come la Grecia, l’Irlanda, il Portogallo e altri paesi. Sarebbe un rischio tragico”.

Dopo aver definito “maneggioni”, “seconde file” e “professionisti della politica” quelli che vogliono “farlo fuori”, Berlusconi si autodefinisce una “star” della politica internazionale. “Pensate ad uno di questi seduto ad un tavolo internazionale a difendere le posizioni dell’Italia”, ha detto il premier. Poi, ricordando i recenti vertici internazionali, il presidente del Consiglio ha aggiunto: “Io sono stato la star. Tutti venivano a farsi le foto con me, non solo per a mia esperienza, ma anche perchè tutti mi conoscono come un tycoon e non solo per essere un politico”.

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