La pubblicazione dei file del Dipartimento di Stato sono “solo l’inizio”: l’obiettivo di Julian Assange, scrive la rivista Forbes in una “rara intervista”, è il “grande business”.
“All’inizio del prossimo anno – dice Julian Assange nell’intervista a Forbes – una grande banca americana si ritroverà “turned inside out” (rivoltata come un calzino). Decine di migliaia dei suoi documenti verranno pubblicati su Wikileaks, al di là delle richieste dei manager o altri avvertimenti”. La pubblicazione, scrive Forbes, “metterà a nudo i segreti della finanza” sul web, a vantaggio di ogni “cliente, concorrente, o legislatore”. L’intervista di circa due ore, a colui che ha fatto arrabbiare le diplomazie del mondo intero con le sue rivelazioni di documenti riservati, è stata realizzata l’undici novembre scorso a Londra. “È una grande banca americana?”, gli viene chiesto. “Sì”, risponde Assange. “Non vi dirò di più. Esporrà i livelli esecutivi in un modo che stimolerà indagini e riforme. Presumo”.
“Non sono uno anti-sistema. Non è corretto mettermi in una casella economica e filosofica. Ma una cosa è il pensiero liberale americano, un altro il pensiero del libero mercato”. Julian Assange dichiara che gli va stretta la definizione di paladino dell’anti-establishment, contrario a ogni istituzione. “Sino a quando i mercati sono consapevoli, allora io sono un libertario. Ma ho abbastanza conoscenza della politica e della storia per sapere che il libero mercato rischia di finire in una situazione di monopolio se non si lavora per mantenerlo libero. Wikileaks – conclude Assange – è nato con lo scopo di rendere il capitalismo più libero e etico”.
La presenza di Wikileaks significa “che è più facile guidare un business giusto, un’azienda corretta, mentre è più difficile guidarne una illegale. In fondo ogni amministratore delegato dovrebbe essere incoraggiato da tutto ciò”, ha detto il fondatore di Wikileaks, Julian Assange. “Insomma, per un manager onesto – ha aggiunto Assange – è più facile andare avanti, se i suoi concorrenti disonesti vengono colpiti negativamente dalla diffusione e la pubblicazione delle loro malefatte”. L’intervistatore gli chiede quindi se lui si potrebbe quindi definire un sostenitore del libero mercato: “Certamente sì. Nei confronti del capitalismo ho opinioni contrastanti, ma amo il libero mercato. E il mercato perfetto richiede un’informazione perfetta”.
BOSSI: “SILVIO ACCOLTELLATO ALLA SCHIENA”.Intanto sulla vicenda è intervenuto oggi anche il leader della Lega Nord, Umberto Bossi. “Mi sembra che gli americani hanno un po’ accoltellato Berlusconi alla schiena. – ha detto ai cronisti a Montecitorio – Lui che si era battuto così tanto per l’America dopo l’11 settembre non si meritava un trattamento così. Anzi, in questo modo, si mettono in allarme tutti i politici che, da ora in poi, quando parleranno con un ambasciatore non sapranno cosa riporteranno, cosa scriveranno”.