‘O Ninno tradito da un panettone arancione di 13 euro

di Redazione

 CASALE.Dietro la cattura di Antonio Iovine emergonoalcuni retroscenache hanno portato gli inquirenti ad individuare esattamente il luogo in cui si nascondeva ‘O Ninno.

Determinante sarebbe stata l’intercettazione telefonica tra Marco Borrata, il 43enne muratore proprietario della villetta in via Cavour, a Casal di Principe, e la figlia . Al centro della conversazione nientemeno che un “panettone”. Proprio la voglia di assaggiare fuori stagione il tradizionale dolce natalizio avrebbe tradito il boss, intrattenutosi in quella casa per pranzo.

Borrata alla figlia “Stamattina dovevo andare a fare un servizio…” e subito dopo precisa: “…io stamattina non dovevo fare nessun servizio…per il fatto del panettone”. Si comprende, dunque, che Borrata aveva messo da parte qualsiasi commissione da fare perché doveva comprare il dolce a qualcuno di importante. La figlia risponde: “Ma è andata mamma a prenderlo?”. E lui: “No, sono andato io…” e un po’ risentito la rassicura: “…tutto a posto…mannaggia a marina…”. La figlia insiste: “Che colore è?”. Borrata: “E’ arancione”. Qui si può comprendere che si trattasse di qualche panettone particolare. Poi, in una successiva telefonata, Borrata domanda alla figlia se il dolce sia piaciuto: “Il panettone è andato bene?”. E lei: “Non ancora lo abbiamo mangiato”. La figlia chiede al padre: “Quanto costa sto panettone?”. “13 euro”, risponde il padre, che precisa: “Me li ha dati tua madre…mi ha dato i soldi hai capito?”, lasciando intendere che i soldi per il dolce li avesse dati qualcuno alla moglie e poi questa li avesse girati a lui per l’acquisto. Insomma, “l’ospite” non voleva “approfittare”.

Ma la frase che sicuramente ha fatto scattare il blitz è quel “Non ancora lo abbiamo mangiato”, da cui si evinceva che il boss era ancora in casa perché gli inquirenti avranno pensato: ma tra padre, madre e figlia, quel panettone chi se lo doveva mangiare?

IntercettazioneBorrata-figlia

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