Bancarotta per 100 milioni di euro: ai domiciliari gli imprenditori Marano

di Redazione

Guardia di FinanzaNAPOLI. I finanzieri del comando provinciale di Napoli, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno eseguito arresti e perquisizioni per reati di bancarotta nei confronti di tre noti imprenditori napoletani operanti nel settore edile.

Si tratta dei fratelli Francesco, Stefano e Salvatore Marano, di Melito, che hanno ottenuto dal gip il beneficio dei domiciliari.

Agli indagati, impegnati dalla fine degli anni ottanta nella costruzione di grandi complessi edilizi nella periferia Nord di Napoli, sono stati contestati i reati di bancarotta fraudolenta documentale, per aver occultato e distrutto i libri sociali e le scritture contabili delle società fallite, e di bancarotta patrimoniale per aver distratto i patrimoni societari per un valore di 90 milioni di euro.

Le indagini hanno preso spunto dall’appprofondimento della documentazione bancaria e societaria di cinque società di costruzioni dichiarate fallite e della holding cui erano riconducibili. Il gruppo Marano è ancora attivo in svariati settori. Secondo gli inquirenti, il meccanismo da loro escogitato per dissimulare cospicui guadagni contava sulla complicità di dipendenti bancari per utilizzare disponibilità economiche su conti correnti negli anni ’92-’93 che in realtà esistevano solo sulla carta, per importi di notevole entità e in assenza di affido, presentando effetti cambiari intestati a persone inesistenti o assegni emessi da società del gruppo senza copertura. Ricavi della vendita di unità immobiliari o la proprietà di immobili erano stati nascosti al fisco. Perquisizioni sono state eseguite contestualmente alla notifica dei provvedimenti cautelari emessi dal gip, con ils equestro di altra documentazione e di beni di valore, tra cui 50 orologi di pregio a casa di Salvatore Marano.

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