Sfiducia a Caliendo, Fini a Di Pietro: “Si può fare”

di Redazione

Fini-Di PietroROMA. Antonio Di Pietro lancia la sfida e la replica di Gianfranco Fini non si fa attendere. “Ci aspettiamo che i finiani votino con noi e il Pd la mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario Caliendo” è la presa di posizione del leader dell’Italia dei Valori.

Alla quale risponde, senza fornire comunque nessuna anticipazione nel merito, il portavoce del presidente della Camera, Fabrizio Alfano. “Su Caliendo il presidente Fini ha le idee chiarissime e le discuterà con il suo gruppo un attimo prima dell’eventuale voto sulla mozione di sfiducia”.

Dopo lo strappo tra Silvio Berlusconi e il cofondatore del Pdl, e la formazione da parte dei finiani dei nuovi gruppi parlamentari, l’incognita principale in questo momento riguarda proprio le scelte che deputati e senatori di Futuro e Libertà per l’Italia faranno a Montecitorio e a Palazzo Madama. L’eventuale mozione di sfiducia sul sottosegretario Caliendo, coinvolto nell’inchiesta P3,è la prima grande questione su cui dovranno misurarsi sia l’esecutivo che i finiani. La mozione, con ogni probabilità, sarà presentata lunedì dall’Idv alla riunione dei capigruppo. Già sabato ai microfoni di Sky, il neodeputato di Futuro e libertà per l’Italia, Benedetto Della Vedova, ha spiegato che i parlamentari finiani considerano “la mozione di sfiducia delle opposizioni presentata a Montecitorio il banco di prova per la maggioranza di governo”. E la sfida lanciata a riguardo da Di Pietro è chiara. “Fini ci faccia capire – afferma l’ex pm in un’intervista pubblicata da Il Fatto Quotidiano – se davvero la sua è una battaglia in nome della legalità o se è solo una furbata. Ci aspettiamo che i finiani votino con noi e il Pd la mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario Caliendo”.

SFIDUCIA A BERLUSCONI. “Rivolgo un appello a Fini e a Bersani – spiega Di Pietro nell’intervista a Il Fatto – per un voto di sfiducia al governo Berlusconi. Ma è un accordo che dura il tempo di un battito d’ali, dopodiché ognuno torna nella sua identità ideologica” aggiunge il leader Idv, spiegando che poi si andrebbe “alle elezioni, noi nel centrosinistra e lui nel centrodestra”.

SENATORE BERLUSCONIANO: “INDAGATI SI FACCIANO DA PARTE”. Tornando a Caliendo, c’è da segnalare la posizione dsel senatore del Pdl Santo Versace, che confermando di volere restare nel partito del premier, chiede comunque “un passo indietro” di “chi ha problemi con la giustizia”. Versace non fa nomi. Ma il riferimento sia al sottosegretario che al coordinatore Denis Verdini è chiaro.

FITTO: “DERIVA GIUSTIZIALISTA”. “E’ una mozione strumentale e priva di fondamento, che verrà respinta in modo netto e chiaro da parte della maggioranza”. Il ministro Raffaele Fitto, intervistato da SkyTg24, ha poi aggiunto che “non possiamo immaginare un voto differente”. La maggioranza dunque sosterrà Caliendo. “Sarebbe – ammonisce il ministro per i Rapporti con le regioni – l’ennesimo tentativo di scivolamento verso una deriva giustizialista che non ci appartiene”.

CASINI A BOSSI: “MA QUALE COMPLOTTO?”. Nel frattempo, attraverso i microfoni di Sky, il numero uno dei centristi Pier Ferdinando Casini rimanda al mittente le accuse del leader della Lega Umberto Bossi. “Non c’è nessun complotto contro il governo. Stanno facendo tutto loro, avevano cento deputati di differenza. Credo che i numeri a settembre saranno ancora peggiori per il governo, perché si rifiutano di guardare le contraddizioni che hanno messo in atto”. Il leader Udc ribadisce quindi la sua proposta di un governo di unità nazionale spiegando che la sua “è una proposta che serve al Paese. Se poi Berlusconi vuole continuare con queste scorciatoie cercando con la pubblicità di far passare una immagine non vera perché il governo è paralizzato questo è un problema suo”.
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