Stragi di mafia, Pisanu: “Verità non vicina”. Lari convocato da

di Redazione

Beppe PisanuROMA.La politica ha avuto un ruolo nell’ostacolare la ricerca della verità sulle stragi del 1992, ma il nome di Silvio Berlusconi non è mai stato fatto.

Lo ha precisato Sergio Lari, il procuratore capo di Caltanissetta, la procura che indaga sulle stragi, dopo le polemiche seguite alle dichiarazioni del suo vice, Domenico Gozzo. Il quale aveva spiegato che “la verità è a un passo” ma si era chiesto se lo Stato sarebbe stato in grado di reggere alla forza d’urto dell’inchiesta. “Lo Stato penso sia in grado – aveva a sua volta risposto -, il problema è se c’è una politica in grado di rispondere a questa verità”.

Su queste dichiarazioni è intervenuto anche il presidente della commissione parlamentare Antimafia, Beppe Pisanu (nella foto), già ministro dell’Interno nel precedente governo Berlusconi, il quale ha spiegato che dalle audizioni con i magistrati che seguono le inchieste “nessuno di noi ha avuto la sensazione che la magistratura fosse ad un passo dalla verità, e nessuno di noi ha manifestato la preoccupazione per gli effetti politici che una simile scoperta potrebbe produrre. Ci auguriamo che la verità venga scoperta al più presto e siamo al fianco di coloro che lavorano per accertarla”. In ogni caso, ha detto Pisanu, “proprio per fugare qualunque ombra devo dirvi che il capogruppo del Pdl ha preannunziato richiesta formale di convocazione del procuratore Lari per chiarire il senso delle dichiarazioni attribuite a lui e ai suoi collaboratori, che non hanno trovato riscontro nella lunga e scrupolosa informazione che hanno reso ieri”.

Intanto, dai giornali di centrodestra, Il Giornale e Libero, sono partiti oggi attacchi diretti alla procura nissena. Per il quotidiano di Vittorio Feltri le dichiarazioni di Gozzo sono “terrorismo” e l’esito dell’inchiesta sarebbe, dal titolo di prima pagina di mercoledì, “una bomba sulla testa di Berlusconi” (che nella titolazione interna diventa “un siluro puntato contro il Cavaliere”). Il giornale di Maurizio Belpietro sostiene invece, sempre in prima pagina, che” giudici minacciano Silvio” e parla all’interno di pm che “preparano l’assalto finale al Cav”. Ma lo stesso Lari ha detto oggi che “non emergono ruoli o responsabilità del presidente del Consiglio o di altri soggetti della politica attuale”.

Un ruolo della politica, tuttavia, secondo Lari c’è stato, così come “c’è stata trattativa fra stato e mafia”. Parlando a RaiNews il magistrato ha spiegato: “Abbiamo elementi investigativi precisi circa la presenza di soggetti estranei a Cosa Nostra, che avrebbero avuto un ruolo con riferimento alla strage di via d’Amelio, ma non solo con riferimento a questa”. E proprio a proposito delle indagini sulla strage che costò la vita al giudice Paolo Borsellino e alla sua scorta, ha affermato: “Sappiamo chi ha fatto pressioni su Scarantino e sugli altri due pentiti dei processi Borsellino 1 e Borsellino 2. Ci furono errori clamorosi oppure un vero e proprio depistaggio da parte di organismi investigativi della polizia di Stato”.

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