Falsi invalidi, altri 9 arresti: in manette anche funzionario comunale

di Redazione

 NAPOLI. Continua l’azione tesa a sgominare l’organizzazione che gestiva la truffa dei falsi invalidi nel napoletano.

Nove persone, ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato al fine di ottenere pensioni di invalidità per inesistenti handicap e, vario titolo, anche di tentata estorsione, sono state arrestate dai carabinieri del comando provinciale di Napoli. Tra queste anche il direttore amministrativo della prima municipalità di Napoli, Angelo Sacco, nome in codice “Mario Bros”. Ai domiciliari Ciro Ciardulli, collaboratore dei coniugi Alajo, i falsi invalidi Maria Scala, Giuvanni Criscuolo, Raffaella Presutto, parente della Danaro, Ciro Rispolie Nicola Cautero.

L’ordinanza di custodia, firmata dalgip Amelia Primavera, su richiesta del pm Francesco Greco,è stata notificata in carcere ai tre organizzatori del gruppo criminale, già arrestati nel dicembre 2009 quando le indagini erano nella prima fase. Le successive indagini svolte dai carabinieri, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Napoli, hanno consentito di accertare l’esistenza di altri falsi invalidi che percepivano indebitamente le pensioni di invalidità.

L’inchiesta è condotta dal pm Giuseppe Noviello. Al centro della megatruffaSalvatore Alajo, 36 anni, consigliere supervotato della I municipalità per la lista Forza Italia con 1912 preferenze, e la moglie Alexandra Danaro, impiegata di Metronapoli distaccata in Regione negli uffici della Commissione Anticamorra, per essendo legata da vincoli familiari a personaggi del clan Mazzarella di Napoli Est. I coniugi, già in carcere, sono tra i destinatari delle nove ordinanze. Grazie a Sacco, secondo gli inquirenti, avrebbero ottenuto certificati falsi con timbri clonati, procedure e documentazioni alterate per consentire l’assegnazione delle pensioni di invalidità.

Nei giorni scorsi il presidente della prima municipalità, Fabio Chiosi, era stato minacciato con messaggi intimidatori e buste con proiettili. Chiosi fu colui che informò i carabinieri quando si intuì la truffa posta in essere nella municipalità.

Il7 dicxembre scorso scattarono59 arresti,poi il 12 dicembre finì in manetteSalvatore Alajo, nei mesi a seguire anche la moglie, che gestiva la sede del patronato Caf in via Solitaria, e il padre Luigi.

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