L’assessore Lanzetta raccoglie sos per Francesco “’o poveriello”

di Antonio Arduino

 AVERSA. L’assessore ai servizi sociali raccoglie l’sos e accompagna Francesco in un alloggio, sicuro e decente.

L’89enne, autodefinitosi “o poveriello”, da una ventina di giorni alloggiava sotto un portico dell’edificio di via Giolitti sede di un istituto bancario, sistemandosi esattamente davanti all’entrata dedicata ai disabili, cosicché la segnalazione del caso umano era arrivata proprio da loro. Infatti a lanciare il grido d’aiuto era stato Carlo Zaccariello, rappresentante della categoria dei diversamente abili su sedia a rotelle nel Coordinamento Aversano Disabili. Dopo averne segnalato la presenza ai responsabili dell’istituto di credito, sin era rivolto ai media per interessare l’assessore ai servizi sociali. “Ho notato quell’uomo una decina di giorni fa” raccontava. “Armato di uno scacciamosche, ricavato tagliando a strisce una pagina di giornale, per mandare via gli insetti che lo tormentano in continuazione, si era accampato sotto il portico. Era evidente –aggiungeva Zaccariello – che avesse bisogno di aiuto. Così, dato che nessuno sembrava incuriosito dalla sua presenza, né interessato a dargli una mano ci ho pensato io”.

E l’sos è stato raccolto. L’assessore ai servizi sociali Vincenzo Lanzetta con l’aiuto di uno specialista in psichiatria e di un geriatra ha verificato le buone condizioni di salute dell’89enne e lo ha trasferito nella casa di riposo Sagliano dove l’anziano era stato già ospitato in altre occasioni. “Ci siamo assicurati che le condizioni fisiche e mentali di Francesco fossero buone, poi – dice Lanzetta – abbiamo provveduto a trasferirlo nella casa di riposo”. “In realtà – ricorda l’assessore – l’uomo era già stato ospite più volte di quella struttura, in passato, ma altrettante volte se ne era allontanato spontaneamente perché dice di amare la vita libera, la vita all’aperto”. Per seguire questa inclinazione prima di organizzare la sua abitazione sotto il portico dell’istituto di credito

Francesco si era “accampato” sia nella sala d’ingresso dell’ospedale Moscati, sia al riparo delle pensiline presenti alle fermate cittadine dei bus, questa volta aveva scelto il porticato di via Giolitti. Ora però sembra avere trovata una sistemazione definitiva.

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