Csm: “Sì alle ispezioni ma non interferiscano su indagini”

di Angela Oliva

Nicola MancinoROMA. Il Csm dice sì alle ispezioni del Ministero della Giustizia a patto che esse non interferiscano nelle indagini.

E’ stata votata questa mattina, nella sede romana di Palazzo dei Marescialli, una risoluzione che affronta il problema in generale. Il documento, che ha riscosso 20 voti a favore, compreso quello del vice presidente Nicola Mancino e il voto contrario dei laici del Pdl, sentenzia che è giusto l’invio di ispettori del Ministero ma che, al contempo, essi non debbano in alcun modo ostacolare le indagini mettendo a rischio “l’indipendenza garantita dalla Costituzione alla funzione giudiziaria”. Il documento approvato dal Csm pone dei limiti all’operato degli ispettori che “derivano dall’esigenza assoluta di non mettere a rischio l’indipendente servizio della funzione giudiziaria”.

“Il magistrato che è oggetto dell’ispezione – si legge nella risoluzione approvata dal Csm – non è tenuto ad assoggettarsi agli accertamenti ispettivi che vadano oltre l’ambito dell’incarico disposto dal ministro ed è tenuto ad informare il Csm nel caso in cui gli accertamenti interferiscano con l’ambito insindacabile dell’attività giudiziaria. Resta riservata la decisione degli inquirenti sulle deroghe da ammettere al segreto investigativo – continua il documento – in vista del perseguimento degli scopi propri delle ispezioni e delle inchieste, e nel caso in cui il magistrato abbia prestato leale collaborazione nei confronti dell’ispezione ma abbia motivatamente ritenuto di opporre il segreto con riferimento ad atti specifici esula dai poteri del Csm sindacare questa scelta e le ragioni che l’hanno indotta, che potranno essere ovviamente sottoposte a controllo nelle sedi competenti e nei tempi processuali dovuti”.

A votare a favore della risoluzione anche il vicepresidente del Csm Nicola Mancino che ha affermato: “Il documento approvato oggi è un documento di indirizzo: ricorda la facoltà del ministro di inviare ispezioni, ma mette anche in evidenza il dovere di rispettare qualunque indagine giudiziaria rispetto a tentativi di compressione. Nel momento in cui mi è pervenuta la richiesta di discutere del caso in prima commissione, mi sono dovuto porre un problema di proiezione esterna. Non siamo avulsi dalla realtà, siamo una delle istituzioni del Paese e la tempestività e la precipitazione di quell’istanza ha giocato un rapporto conflittuale tra ministro e Csm”.

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