Cade aereo del presidente polacco: 132 morti

di Redazione

Lech Kaczynsky MOSCA. L’aereo che trasportava il presidente polacco Lech Kaczynski è precipitato mentre era in fase d’atterraggio all’aeroporto russo di Smolensk.

Nessun superstite tra i 132 passeggeri del volo. Nell’incidente sono morti anche la moglie Mariae il fratello gemello del presidente: l’ex premier Jaroslaw Kaczynski. Tra le altre persone a bordo del Tupolev-154, c’erano anche il governatore della Banca centrale di Polonia Slawomir Skrzypek, diversi membri del gabinetto di Kaczynski, il capo di stato maggiore dell’esercito polacco, l’ex presidente Ryszard Kaczorowski, alcuni deputati, il candidato conservatore alle prossime presidenziali e il vescovo cappellano dell’esercito.

Il presidente polacco sarebbe dovuto atterrare all’aeroporto di Smolensk per recarsi poi a Katyn e rendere omaggio alle 22mila vittime dell’eccidio ordinato da Stalin.

Subito informato il presidente russo Dmitri Medvedev ha avviato una commissione d’inchiesta sull’incidente.

Il presidente Kaczynski era nato a Varsavia il 18 giugno del 1949. Militava nel partito conservatore Prawo i sprawiedliwosc (Pis), il cui nome significa Legge e giustizia. E’ stato sindaco di varsavia dal 2002 fino al 22 dicembre 2005, quando è stato eletto presidente. Fratello gemello dell’ex primo ministro Jaroslaw Kaczynski, Lech aveva ottenuto il dottorato presso l’università di Danzica, dove aveva lavorato come professore. Negli anni Settanta era stato un attivista nel movimento democratico polacco anticomunista. Nell’agosto 1980 era diventato un consulente del comitato per gli scioperi del porto di Danzica e del movimento Solidarnosc. Nel periodo della legge marziale introdotta dai comunisti nel dicembre 1981 era stato internato perché classificato come anti-socialista.

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