Panico a Mosca: esplosione in due metropolitane, 38 morti

di Emma Zampella

 MOSCA. Due esplosioni seminano il panico nella capitale russa coinvolgendo le città metropolitane di Lubyanka e Park Kultury, provocando circa 38 morti.

Le due esplosioni si sono consumate a pochi minuti di distanza l’una dall’altra: la prima, alle ore 7:56, provocando almeno 24 morti e la seconda consumatasi alle ore 8:38 del mattinoconla morte per 14 persone. I feriti invece sono una sessantina, con patologie anche gravi. Alcune voci parlano di un terzo ordigno, rimasto inesploso e che si troverebbe nella stazione di Prospekt Mira. Le protagoniste delle esplosioni sarebbero state due donne kamikazer , accompagnate da due complici che sarebbero ancora ricercate: le loro foto sono state distribuite in modo capillare in tutta la nazione dalla polizia di Stato.

La questione terrorismo a Mosca risulta ancora aperta. Secondo il primo ministro, Dmitri Medvedev, è necessaria la linea dura: sono stati posti sotto allerta diversi aeroporti tra cui quelli di Sheremetyevo, Domodedovo e Vnukovo. Anche Vladimir Putin lancia il suo attacco al terrorismo: “Saranno annientati”, diceva mentre firmava un decreto per i risarcimenti: 300 mila rubli (7500 euro), oltre a 18 mila (450 euro) per i funerali, alle famiglie delle vittime, 100 mila rubli (2.500 euro) ai feriti gravi e mediamente gravi, e 50 mila (1.250 euro) per i feriti lievi”. Compensi che non basteranno a placare il panico che ormai è diffuso tra la popolazione. “Quanto successo è una manifestazione dell’attività terroristica e su questo sarà basata l’ipotesi privilegiata degli inquirenti” dichiara Mendvedev nel corso della riunione di emergenza a cui erano presenti anche il capo dell’Fsb (l’ex Kgb) Aleksandr Bortikov, il ministro degli interni Rashin Nurgaliev, il segretario del consiglio di sicurezza Nikolai Patrushev, il procuratore generale Iuri Ciaika e il sindaco di Mosca Iuri Luzhkov. Quest’ultimo ha infatti dichiarato per la giornata di domani lutto nazionale per commemorare le vittime degli attentati, garantendo allo stesso tempo anche assistenza per i feriti.

Solidarietà anche dal governo americano e dal suo presidente Barak Obama: “Il popolo americano si unisce a quello russo nella condanna dell’estremismo violento e degli scellerati attacchi terroristi che dimostrano tanto dispregio per la vita umana. Noi tutti condanniamo questi atti scellerati, ha aggiunto Obama nel suo discorso a Washington, le più profonde condoglianze al popolo russo”. Ho realizzato che si trattava di una esplosione quando ho visto il fumo. A quel punto l’unico pensiero è stato quello di fuggire” testimonia Alexandra Antonova, vittima di uno degli attentati. “Ho preso un treno e poi sono scesa ad un’altra stazione, quella di Park Kultury. Per fortuna prima che ci fosse la seconda esplosione” continua nel suo racconto. Secondo i Servizi Federali le protagoniste degli attentati sarebbero tre o quattro donne che fin dal loro ingresso in metropolitana hanno destato sospetti. Tre donne con il volto e il capo coperto: una si è inginocchiata a pregare poi è scesa nella metropolitana, mentre le altre due si sono allontanate, dando adito a ipotesi che volevano che la strage fosse armeggiata a distanza sul corpo della donna kamikaze. Gli scoppi disastrosi che hanno destato in modo particolare la città di Lubyanka, la cui esplosione è stata molto più grave e rovinata di quella che si è consumata nell’altra stazione metropolitana.

L’esplosivo, usato dalle “fidanzate di Allah”, è stato l’exogene la cui potenza era paro a quattro chili nella prima esplosione e la metà nell’altra. L’esplosivo era contenuto in zainetti che le donne avevano in spalla, collegati a congegni azionabili tramiti telefonino. Un altro testimone racconta: “mentre salivo le scale mobili la gente ha iniziato a correre nel panico, alcuni calpestando gli altri per scappare. Ho sentito una forte vibrazione. Poi è arrivato il fumo, la gente ha iniziato a urlare terrorizzata”, continua il testimone. Le due esplosioni si trovano lungo la linea rossa Sokolniceskaia, raggio entro cui sono situate entrambe le stazione metropolitane colpite. “Sul posto sono stati trovati i frammenti di due donne kamikaze che, secondo i dati preliminari, avevano a che fare in termini di residenza con il Caucaso del Nord” commenta Aleksandr Bortnikov, capo dei servizi federali.

L’ipotesi per ora più accreditata è che si tratti di donne parenti di Said Buryatsky, capo ribelle ucciso in Inguscezia. Questo di stamane sarebbe un colpo al cuore del potere: assaltata con Lubyanka, la sede dei servizi segreti da cui proviene l’ex presidente Vladimir Putin. Umarov, uomo vicino al corpo dei ribelli in un video dice: “I russi non capiscono che la guerra oggi sta arrivando nelle loro strade, nelle loro case, nelle loro città, non solo in tv da qualche parte lontano nel Caucaso, senza che li riguardi. Ma noi intendiamo, con l’aiuto di Allah, dimostrare loro che la guerra sta arrivando nelle loro case. Così le zone delle azioni di combattimento saranno allargate, con l’aiuto di Allah, per includere l’intero territorio russo”.

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