Alfano ai magistrati: “Più in Procura e meno in tv”

di Redazione

Angelino Alfano ROMA. Il ministrodella Giustizia Angelino Alfano invita i magistrati a lavorare di più, evitando di partecipare a trasmissioni televisive o convegni.

Un monito che il Guardasigilli lancia durante la conferenza stampa al Senato tenuta insieme al ministro dell’Interno Roberto Maroni e ai leader del Pdl per illustrare i risultati del governo Berlusconi nella lotta alla criminalità organizzata. “Lavorando di più in procura e senza le luci delle telecamere si arresta qualche latitante in più, con qualche convegno in meno e qualche latitante in più si fa il bene del Paese”, dice Alfano. Poi ringrazia il procuratore capo di Palermo Messineo per “il tris degli arrestati Raccuglia, Nicchi e Fidanzati“.

Pronta la replica del procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore: “Per quanto mi riguarda contano i risultati che sta producendo la procura, soprattutto negli ultimi tempi. In tv non ci vado proprio, sono rimasto ancora alla radio”. Per l’Anm la “presenza pubblica” dei magistrati è “legittima” anche se la professionalità dei magistrati “si misura nelle aule giudiziarie”.

Gli appunti di Alfano ai magistrati non riguardano però solo la presenza dei pm in tv. Nel corso di un’audizione alla Camera (al termine della quale il Guardasigilli ha spiegato che sul legittimo impedimento “ci sono vari testi presentati in Parlamento”), il ministro ha preso di mira proprio l’Anm accusando il sindacato delle toghe di aver lasciato in “assoluta solitudine” il governo nell’affrontare il problema delle sedi disagiate e della copertura dei posti vacanti. “Abbiamo previsto incentivi di carriera ed economici per chi era disposto ad andare a lavorare nelle sedi sgradite. Abbiamo bandito 100 posti e – ha detto – in una condizione di assoluta solitudine del governo, senza essere stati aiutati in nulla dall’Anm o dalle mailing list dei magistrati, siamo riusciti a coprirne oltre 50”. “La ricostruzione del ministro della Giustizia – è stata la replica del sindacato delle toghe – sulla mancata collaborazione dell’Associazione magistrati per la copertura delle sedi disagiate, non corrisponde al vero”. L’Anm giudica “infondata l’accusa di mancata collaborazione per coprire le sedi disagiate” e accusa il Guardasigilli di avere la “memoria breve” visto che «fin dal giugno 2008 l’Anm aveva previsto l’attuale situazione drammatica”.

Parlando della lotta alla criminalità organizzata alla platea di giornalisti a Palazzo Madama, il Guardasigilli ha spiegato, più in generale, che l’obiettivo del governo è sconfiggere definitivamente la mafia: “Ora è già in ginocchio: i leader storici di Cosa Nostra, sono decaduti e sono in carcere, in 41 bis. Il nostro obiettivo è stenderla a terra e liberarci della mafia il più presto possibile”. Gli ha fatto eco Maroni: “Vogliamo sconfiggere la mafia e col piano straordinario di contrasto in dieci punti che approveremo a gennaio faremo l’affondo definitivo”.

OPPOSIZIONE: “IL MERITO E’ DELLE FORZE DELL’ORDINE”. “Basta pavoneggiarsi con le penne degli altri. I successi nella lotta alla mafia non dipendono certo dal Governo, ma dall’impegno e dal sacrificio quotidiano di magistrati e forze dell’ordine” ha detto il presidente dei senatori Idv Felice Belisario. Sulla stessa linea l’Udc: “Il plauso principale va alle forze dell’ordine e alla magistratura – secondo il presidente dei senatori centristi Gianpiero D’Alia – che hanno affinato i sistemi di contrasto alla criminalità organizzata malgrado il taglio dei fondi al comparto sicurezza e alla giustizia e la costante opera di delegittimazione della magistratura operata da questo governo”. Anche critiche di metodo da parte dell’Udc che ha definito la conferenza stampa di Maroni e Alfano un’iniziativa “inopportuna e poco riguardosa nei confronti del Parlamento”. D’Alia ha accusato il governo di aver “scambiato gli uffici del Senato per la succursale della sala stampa di Palazzo Chigi”.

BENI CONFISCATI, MARONI PROPONE AGENZIA.Sulla vendita dei beni confiscati alla mafia, sulla quale sonoin disaccordo l’opposizione e parte della maggioranza, Maroni ha lanciato la proposta di dare vita a un’agenzia nazionale per meglio valorizzare l’utilizzo di questo immenso patrimonio valutato in svariati miliardi di euro. Ma per l’Italia dei Valori si tratta di “un bluff inutile e costoso, che non assicura l’assegnazione a fini sociali delle proprietà mafiose”.

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