Scuola, protesta studenti in piazza. Gelmini: “Solo centri sociali”

di Angela Oliva

Scuola, protesta studenti in piazza. Gelmini: “Solo centri sociali”In occasione della Giornata internazionale del diritto allo studio migliaia di studenti sono scesi in piazza per protestare soprattutto contro la riforma scolastica.

Milano, Torino, Roma, Napoli e Firenze sono state le principali città in cui si sono svolti i cortei degli studenti ma non sono mancati presidi, occupazioni e anche momenti di tensione tra manifestanti e forze dell’ordine.

A Milano durante dei tafferugli due esponenti del centro sociale “Cantiere” sono stati arrestati per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, mentre una ragazza, anche lei nota appartenente al movimento, e un quarto giovane sarebbero denunciati per gli stessi reati.

A Torino, invece, il corteo di manifestanti ha sfilato per le strade del capoluogo piemontese fino a raggiungere la sede del Miur, dove hanno lanciato rotoli di carta igienica e hanno esibito striscioni riportanti scritte: “Riforma Gelmini: nove mesi per attuarla, non facciamola nascere”, “Chi dorme nella democrazia si sveglia nella dittatura”, “Riprendiamoci il nostro futuro” e “Blocchiamo la riforma”.

A Firenze gli studenti hanno bloccato alcuni binari della stazione ferroviaria di Santa Maria Novella mentre a Roma a scendere in piazza è stata l’Unione degli Studenti che ha esibito delle banane e uno striscione che recitava: “Il futuro è nostro riprendiamocelo sciopero generale studentesco”.

A Napoli la manifestazione degli studenti ha bloccato molte strade principali mandando in tilt il traffico cittadino, mentre a Palermo gli studenti universitari e medi del movimento “Onda Anomala” hanno occupato contemporaneamente l’assessorato regionale alla Pubblica istruzione e l’istituto magistrale Regina Margherita.

Il Ministro della Pubblica Istruzione Maria Stella Gelmini minimizza sulla situazione affermando: “I centri sociali

non rappresentano gli studenti italiani. Gli studenti italiani hanno capito che bisogna avere il coraggio di guardare al futuro, di cambiare la nostra scuola, di fare scelte coraggiose. Riproporre vecchi slogan, come se fossimo ancora negli anni ’70 certamente non contribuisce a rendere la nostra scuola più moderna. I manifestanti, per lo più legati al mondo dei centri sociali, non rappresentano certo i milioni di ragazzi che studiano e si impegnano e che sperano di trovare nelle scuola, non un luogo di indottrinamento ideologico ma un’istituzione che li prepari a un vero lavoro”.

Oltre che nelle principali città italiane, le manifestazioni di protesta sono state organizzate da numerose associazioni studentesche anche in moltissime città del mondo per chiedere garanzie sul diritto all’istruzione da mantenere come un bene pubblico e non privatizzato.

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