“Cambiamo nome a Casale”, il giovane Simeone risponde a Schiavone

di Redazione

Vincenzo Simeone CASAL DI PRINCIPE. Il vicepresidente del Forum Giovanile di Casal di Principe Vincenzo Simeone risponde al consigliere di opposizione Vincenzo Schiavone, che ha proposto di cambiare nome al paese per non far identificare i casalesi onesti con i casalesi camorristi.

“Egregio consigliere Schiavone, essendo io uno dei tanti giovani casalesi impegnati sul territorio sul fronte della legalità, mi sento di rispondere alla provocazione con cui Lei propone di cambiare nome al nostro paese affinché col clan dei casalesi non siano più identificati i cittadini di Casal di Principe. Ma penso che questo significhi gettare la spugna e arrendersi dinanzi ai tanti problemi che affliggono il nostro paese. La prima soluzione da Lei citata mi sembra più opportuna visto che è attraverso la società che il nostro paese può cambiare attraverso le risposte che noi stessi sappiamo dare, facendo di Casal di Principe un paese come tutti gli altri d’Italia. Ma per fare ciò non credo che occorra aspettare un tempo di 40-50 anni perché sarebbe ridicolo.

Penso che qualcosa a Casal di Principe stia cambiando e le risposte le dobbiamo dare sul campo. Noi giovani ci stiamo attivando molto attraverso il Forum Giovanile che fino a qualche anno fa a Casale non si sapeva nemmeno cos’era, stiamo dando un contributo per far parlare di noi in modo positivo, promuovendo incontri sulla legalità, facendo intervenire personaggi del calibro di don Luigi Merola. Credo anche che non abbiamo solo bisogno di Stato e di forze dell’ordine per cambiare, perché l’educazione in primis ci viene impartita dai nostri genitori e dobbiamo essere noi stessi a riflettere su ciò che facciamo. Dobbiamo diventare un paese responsabile e unito perché è questo che manca a Casale, l’unione delle persone. Qui si soffre molto di protagonismo e sembra che tutti dobbiamo contribuire affinché un singolo ‘paladino della giustizia’ si prenda i meriti. Noi tutti, invece, dobbiamo essere artefici del cambiamento della società. Non si può cambiare il nome ad un paese che sul proprio nome ha una storia.

Mi si perdoni qualche nozione di storia, ma è fondamentale. Il nome Casal di Principe deriva da un evento risalente al periodo 1458-1490 durante il quale Mattia Corvino fu re d’Ungheria. Sembra che un suo figlio naturale di nome Stanislao abbia attentato alla vita del padre per subentragli sul trono. Scoperta la tresca, Mattia, che era imparentato con Ferdinando I d’Aragona re di Napoli per averne sposata la figlia Beatrice, fa arrestare il figlio insieme con i complici e, per non ammazzarlo, li espelle dal regno chiedendo per essi ospitalità a Ferdinando I. Viene a loro assegnato un vecchio casale ubicato in una zona malsana e acquitrinosa dell’entroterra, appunto perché doveva essere una punizione. Da quel momento nasce, quindi, Casal di Principe, cioè il casale dove vive il principe. Patrona del paese è Maria SS. Preziosa.

Inoltre, siamo conosciuti per la nostra mozzarella che viene esportata in tutto il mondo. Dicevo prima che qualcosa sta cambiando nel nostro territorio, dobbiamo guardare con occhio positivo al futuro. Uniamoci e facciamo del nostro paese qualcosa di unico che non risalti più alla cronaca per la camorra.

Per noi non deve essere un’etichetta negativa quella di essere Casalesi ma bensì un nome da portare con onore”.

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