Lega presenta proposta di legge anti-Burqa

di Redazione

 ROMA. La Lega Nord ha presentato una proposta di legge “anti-burqa”. Il testo, depositato il 2 ottobre e per il quale il Carroccio auspica “tempi strettissimi”, …

… modifica la legge Reale del 1975 in materia di tutela dell’ordine pubblico e identificabilità delle persone che prevede il divieto di utilizzare “senza un giustificato motivo” caschi o qualsiasi altro tipo di oggetto o indumento che impedisca il riconoscimento della persona.

La Lega, com’è stato spiegato dal capogruppo Roberto Cota e dalle deputate del Carroccio Manuela Dal Lago e Carolina Lussana in una conferenza stampa, propone di togliere il “giustificato motivo” fonte, tra l’altro, di contenziosi tra sindaci e prefetti, e inserire tra gli oggetti che non possono essere utilizzati, in quanto impediscono di essere riconosciuti, “gli indumenti indossati in ragione della propria affiliazione religiosa”. Cota sottolinea che si tratta “di una legge per fare chiarezza”.

La proposta lascia perplessa Donatella Ferranti, capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera: “È una norma incostituzionale che lede la libertà religiosa e sono del tutto strumentali i richiami all’ordine pubblico. La verità è che si vuole colpire gli immigrati islamici nel loro intimo”. E ancora: “Ma come può una legge parlare di affiliazione religiosa? Le suore sarebbero affiliate? Ma stiamo scherzando? E poi: come si può pensare di modificare una cultura con una norme? L’unico effetto dell’entrata in vigore di questa legge sarebbe quello di segregare in casa le donne islamiche. È una legge cattiva contro gli immigrati, ma soprattutto è una legge razzista e soprattutto una legge contro le contro le donne”.

Di parere contrarioGabriella Carlucci, deputata del Pdl: “Soltanto la sinistra continua a difendere pretestuosamente il burqa, in nome di un malinteso e pericoloso multiculturalismo. Mentre il rettore dell’università islamica al-Azhar, mostrando grande coraggio, vorrebbe liberare le donne egiziane da questo incivile simbolo di sottomissione, l’opposizione continua ostinatamente a credere sia giusto che le donne islamiche residenti nel nostro Paese siano costrette ad indossarlo, anche contro la propria volontà”. La Carluccli si è riferita in particolare alla presa di posizione di Mohammed Tantawi, il Grane Imam di Al Azhar che ha spiegato come “il velo che copre il volto è una tradizione del tutto estranea all’Islam” annunciando “una direttiva per proibire l’uso del niqab (una versione meno rigida del burqa: lascia scoperti solo gli occhi mentre col burqa questi sono a loro volta coperti da una sorta di griglia di tessuto, ndr) in tutte le scuole di Al Azhar”.

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