Villa Certosa, il “mistero” delle tombe fenicie

di Antonio Taglialatela

Villa CertosaROMA. Un’altra polemica investe il premier Silvio Berlusconi. Teatro è di nuovo Villa Certosa, ma stavolta le belle donne c’entrano poco o nulla,è questione di…”tombe”.

Si, trenta tombe fenicie sarebbero state ritrovate nella residenza sarda del presidente del Consiglio, almeno come emerge da una delle registrazionipubblicate da L’Espresso riguardanti i colloqui traBerlusconi e Patrizia D’Addario.

La capogruppo del Pd in commissione Cultura alla Camera, Manuela Ghizzoni, ha presentato un’interrogazione per chiedere che il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi informi il Parlamento della scoperta di “eccezionale interesse” archeologico.

“Ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio – afferma Ghizzoni – chi scopre fortuitamente beni archeologici è tenuto a farne denuncia entro 24 ore alla sovrintendenza, al sindaco del territorio di riferimento e alle forze dell’ordine. Immaginiamo che il presidente del Consiglio abbia rispettato tutte le procedure previste dalla legge e quindi avviato il recupero delle preziose 30 tombe fenicie solo dopo aver ottenuto apposita concessione di ricerca da parte del ministero dei beni culturali. Ma per fare piena luce su questo ritrovamento nella residenza privata di Villa Certosa, abbiamo presentato una interrogazione parlamentare per chiedere al ministro Bondi di fornire tutta la documentazione del caso”. “Certo – osserva l’esponente del Pd – è veramente molto curioso che la comunità scientifica ignori completamente un ritrovamento di tale eccezionale interesse”.

Un ritrovamento, finora ignoto alla comunità scientifica, che, se confermato, rappresenterebbe “un dato importantissimo per lo studio dell’espansione fenicia nell’isola, e in particolare per la ricostruzione delle antiche dinamiche insediative nel territorio di Olbia”, comeafferma l’Associazione nazionale archeologi.

A meno che “la sotto”, espressione usata dalCavaliere nelle registrazioni della escort barese, nonsia mai stato trovato niente e lui abbia inventato la storia per “far colpo”, oppure si sia confuso.

Intanto, né alla Soprintendenza né ai Carabinieri del Nucleo per la tutela del Patrimonio culturale risulta alcuna notifica di ritrovamento, come prevede la legge, pena l’arresto fino a un anno e l’ammenda da 310 a 3.099 euro. Un’altra ipotesi, puramente teorica, è quella che ne sia stata data informazione direttamente al ministero dei Beni culturali, poichéVilla Certosa è una zona sottoposta a misure di sicurezza nazionali.

Dall’ufficio di Olbia della Soprintendenza per i beni archeologici delle province di Sassari e Nuoro, il responsabile Rubens D’Oriano, intervistato dal Corriere della Sera, è scettico: “Trenta tombe fenicie sotto villa Certosa? Mah! A me non pare verosimile. Nell’area di Portorotondo non abbiamo notizie di insediamenti fenici. Però il bello dell’archeologia è anche questo: mai dire mai. Non lo escluderei al cento per cento, ma se dovessi andare alla ricerca di una necropoli fenicia, non cercherei certo là…”.

Un altro esperto, Piero Bartoloni, docente di archeologia fenicio-punica all’università di Sassari, sostiene che, al massimo, le tombe potrebbero essere di età punica e più probabilmente appartenere a una fattoria vicino al mare dedita ad attività agricole.

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