Ddl sicurezza, Di Pietro richiama Napolitano. E i blogger protestano

di Angela Oliva

 ROMA. Non si placa la polemica sul ddl sicurezza del Ministro della Giustizia Angelino Alfano contente, tra gli altri, anche il provvedimento relativo alle intercettazioni.

L’ultima contestazione arriva dal leader dell’Idv Antonio Di Pietro che accusa il capo dello Stato Giorgio Napolitano di essere poco determinato contro tale provvedimento. Mi domando – afferma Di Pietro – quali furibondi attacchi si sarebbero scatenati da ogni parte se il sottoscritto avesse snobbato, così come ha fatto

il governo, l’invito del capo dello Stato a rivedere una legge porcata. Il capo dello Stato ha chiesto al ministro della Giustizia, Alfano, di rivedere il disegno di legge sulle intercettazioni prima che approdi al Senato. Alfano ha fatto subito sapere che sì, il ddl è modificabile, ma che l’esecutivo va dritto per la sua strada, aprendo solo a qualche ritocco, vale a dire che vorrebbero fare solo modifiche di facciata”.

Parole troppo pesanti quelle di Di Pietro secondo il segretario del Pd Per Dario Franceschini, che ha affermato: “E’ intollerabile che il leader dell’Idv coinvolga nella polemica politica il presidente, che sta svolgendo con intelligenza la sua funzione di garante delle regole e degli equilibri istituzionali. Di questo l’intero paese deve essergli grato”.

Contro il decreto Alfano, sciopereranno anche i blog che, il prossimo 14 luglio, osserveranno una giornata di silenzio pubblicando un solo banner di protesta. “Non si tratta di un’adesione allo sciopero dei giornalisti, ma di una protesta della Rete italiana contro un provvedimento che avrà l’effetto di disincentivare l’uso dei blog e delle libere piattaforme di condivisione dei contenuti”, hanno affermato il blogger e giornalista Alessandro Gilioli e il docente di diritto informatico Guido Scorza, promotori dell’iniziativa. “I blogger – si legge nella nota diffusa dai blogger – sono già oggi del tutto responsabili, in termini penali, di eventuali reati di ingiuria, diffamazione o altro: non c’é alcun bisogno di introdurre sanzioni insostenibili per i ‘citizen journalist’. Chiediamo ai blog e ai siti italiani di fare una giornata di silenzio, con un logo che ne spiega le ragioni, nel giorno in cui anche i giornali e le tv tacciono. E’ un segnale – conclude – di tutti quelli che fanno comunicazione che, insieme, dicono al potere: ‘Non vogliamo farci imbavagliare’”.

Alla polemica risponde il Ministro Alfano sottolineando la modificabilità del decreto: Non e’ immodificabile, non abbiamo mai pensato di blindare il testo e di ricorrere alla fiducia”.

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