Elezioni: “Votare o non votare?”, questo è il problema

di Antonio Taglialatela

 TEVEROLA. “Voto o non voto?”. Questo è il dilemma amletico creatosi a Teverola dopo l’esclusione della lista del sindaco uscente Biagio Lusini dalle elezioni del 6 e 7 giugno. video

Da un lato, l’unica lista rimasta in campo, quella del Pdl guidata da Gennaro Caserta, che invita gli elettori a recarsi “in massa” alle urne; dall’altro, un comitato civico per il “non voto”, dietro il quale c’è chiaramente la “sponsorizzazione” della maggioranza di centrosinistra uscente, che punta a non far raggiungere agli avversari il quorum del “50% più uno” di affluenza alle urne, così da invalidare le elezioni.

Domenica mattina il clima era palpabilmente teso in via Roma, nei pressi della casa comunale, dove, a corta distanza l’uno dall’altro, c’erano il gazebo del “non voto”, con tanto di ragazze con t-shirt a tema che distribuivano volantini, e quello del Pdl, il cui slogan era “liberi di votare”.

La sfida c’è stata anche a suon di manifesti: il comitato del non voto ha usato del sangue e l’orma di un cadavere tracciata col gesso su una scena del delitto, a simboleggiare la “morte della democrazia”, procurata, a loro avviso,dalla sentenza con cui il Tar, per motivi puramente burocratici (dovuti alla presentazione di sei sottoscrittori di lista in più rispetto al limite stabilito dalla normativa) ha escluso la lista Lusini dalla competizione elettorale; mentre il centrodestra ha utilizzato il termine “libertà” ed esortato i cittadini a votare.

Nel pomeriggio, intanto, è giunta un’ulteriore risposta del Popolo della Libertà a Lusini: la costituzione del comitato “Difendiamo il nostro voto”. “Il voto è un diritto ed un dovere, – affermano i promotori dell’iniziativa – conquistato con decenni di lotte e costato migliaia di martiri, che con il loro sacrificio hanno fatto sì che tutti possano esprimere liberamente la propria opinione. E allarmante che certi personaggi si nascondano dietro il presunto torto alla democrazia scaturito dalla loro incapacità a partecipare alle leggi che la democrazia stessa impone. Le liste presentate avevano la stessa base di partenza, il rispetto della legislazione attualmente in vigore. Una delle due liste ha trasgredito alle regole per la stessa presentazione, ed ora pretende che il popolo ripari alla loro incapacità, facendo sopportare a Teverola l’onta del Commissariamento Prefettizio, e soprattutto spingendo i cittadini – speriamo senza minacce e senza acquistare condiscendenza – a contravvenire al loro credo, alla loro libera espressione, a rinnegare i tanti morti che per la loro e la nostra libertà hanno perso la vita”.

Il comitato “pro-Voto” poi si rivolge al sindaco: “Anziché soffermarsi sulle ragioni dell’esclusione della sua lista, rumoreggia contro la legittima decisione del Tar bollandola come attentato alla democrazia. Che condanni fermamente l’atteggiamento di coloro che parteggiano per il non voto, e che si presenti lui per primo, all’apertura dei seggi, a manifestare il rispetto per le istituzioni, quelle stesse istituzioni che lui stesso rappresenta, a detta sua con rispetto e devozione per il ruolo, con il proprio voto, dal momento che, garante delle Istituzioni sul nostro territorio, non può permettere questi atteggiamenti contrari alla coscienza civile”.

“Voto o non Voto?” (31.05.09)

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