Opel: “Le tre offerte insufficienti”. Marchionne: “Solo 2mila esuberi”

di Redazione

Sergio Marchionne BERLINO. Il ministro dell’Economia tedesco, Karl Theodor zu Guttenberg, reputa “insufficienti” le tre offerte pervenute finora per l’acquisizione di Opel.

I progetti di Fiat, dell’austro-canadese Magna e del fondo statunitense Ripplewood, spiega l’esponente del governo, “non garantiscono sicurezza sulle considerevoli risorse fiscali che si dovranno impegnare”. Un’altra notizia poco confortante per Fiat che si aggiunge alle dichiarazioni rilasciate ieri dai governatori dell’Assia e della Renania e dal vicecancelliere e ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeir, i quali hanno manifestato il loro appoggio all’offerta di Magna.

Ma sembra che l’azienda italiana abbia “un asso nella manica” e sarebbe nientemeno che il cancelliere tedesco Angela Merkel. Secondo la Bild am Sonntag, Merkel appoggia indirettamente il piano presentato da Sergio Marchionne e “respinge” quello di Magna, soprattutto se quest’ultima confermerà l’idea di tagliare 2.200 posti di lavoro nella fabbrica di Bochum, nel Nord Reno-Westfalia.

Intanto, in un’intervista rilasciata alla stessa Bild am Sonntag, l’amministratore delegato di Fiat Marchionne spiega che al massimo vi saranno 2mila esuberi alla Opel e che l’azienda italiana accetterà la mitbestimmung, la cogestione sindacale, che prevede una composizione paritetica di sindacalisti e rappresentanti dei datori di lavoro nel Consiglio di sorveglianza dell’azienda. “Il nostro piano – spiega Marchionne – soddisfa meglio di ogni altro tutti i criteri. Chiunque sappia far di conto, anche nel mondo politico, è in grado di verificarlo. Diversamente dai nostri concorrenti, il nostro piano è un bastione contro l’esodo di tecnologia automobilistica dalla Germania e dall’Italia. Le nostre cifre sono oneste e non nascondono costi, che alla fine ricadrebbero sulle spalle dei contribuenti tedeschi”.

Marchionne promette di mantenere almeno 23mila dei 25mila posti di lavoro Opel in Germania, poiché “nel caso più sfavorevole sarebbero al massimo 2mila posti di lavoro a essere colpiti da un’integrazione di Opel in un gruppo unitario libero da debiti con la Fiat”.

E aggiunge che “i 4 miliardi di obblighi pensionistici di Gm Europe sono calcolati nel nostro piano di finanziamento e a differenza degli altri competitori, Fiat dispone di un sufficiente ed elevato cash-flow, superiore a 3 miliardi di euro all’anno. Oltre a ciò, ci sono 1,5 miliardi di euro di sinergie con Gm Europe, compresa Opel, che ci consentiranno di restituire le garanzie statali al massimo entro 5 anni”.

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