Rauso: “Non condivido articoli Popolo Sammaritano”

di Redazione

RausoSANTA MARIA C.V. “Sul numero 46 del “Il Popolo Sammaritano” sono apparsi degli articoli che, per il loro contenuto, sento il dovere di precisare di non condividere.

La mia battaglia politica iniziata con lo stravolgimento del voto popolare, della mancata attuazione del programma presentato ai suoi sostenitori ed al popolo e con il voltafaccia del Sindaco Giudicianni verso coloro che hanno determinato la sua vittoria alle elezioni del maggio 2007, hanno determinato la mia decisione di passare all’opposizione e di intraprendere un’azione coerente che ha suscitato molti consensi nell’opinione pubblica e che mi ha procurato non pochi fastidi, specie da parte di coloro che usano l’arma della diffamazione e della minaccia contro chi “da fastidio”. Molte volte i miei articoli sono stati ospitati anche sul Popolo Sammaritano, di cui in svariate occasioni ho apprezzato il coraggio della denuncia ma,certamente, non la disdicevole abitudine di menzionare le persone o i loro familiari. Ciò, a mio avviso, non ha niente a che vedere con la battaglia politica che va condotta, anche strenuamente e duramente, nel merito dei fatti o dei comportamenti che si ritengono illegittimi o, addirittura, delittuosi. Il giudizio di questi fatti è prerogativa della Magistratura e nessuno può arrogarsi il diritto mi mettere di fronte al pubblico ludibrio persone che non sono state giudicate colpevoli o che si sono dimostrate, almeno finora, coerenti con le loro scelte politiche o con le loro dichiarazioni di contrapposizione all’attuale maggioranza che governa, male, Santa Maria Capua Vetere. Io anche se con i miei articoli sono stato presente sul Popolo Sammaritano, non ho mai fatto parte del comitato di redazione di quel giornale(come è stato scritto nell’ultimo numero), né ho partecipato ad stenderne il canovaccio. Non condivido, inoltre, che alcuni degli estensori degli articoli che appaiono su quel foglio, non si firmino o usino dei pseudonimi. Per la qual cosa non mi spiego la decisione di annoverarmi nei componenti del comitato di redazione da cui chiedo di essere cancellato. La battaglia politica, ripeto, va fatta correttamente denunziando il merito dei fatti e delle azioni. Lasciamo alle persone di dubbia moralità ed onestà la prerogativa di attaccare le persone senza tener conto dei danni che cagionano con la loro azione inconsulta”.

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