Stupro Caffarella: test del Dna non inchioda i romeni, sarà ripetuto

di Redazione

da sinistra Loyos e Racz

ROMA. Dovrà essere ripetuto il test del Dna effettuato su alcuni reperti dopo lo stupro e la rapina del 14 febbraio nel parco della Caffarella ai danni di una coppia di giovanissimi fidanzati.

I dubbi della Scientifica riguardano in modo particolare la posizione di Karol Racz, 36 anni, quello con la faccia da pugile. Ma anche le analisi che riguardano AlexandruIsztoika Loyos, 20 anni, hanno lasciato un margine di incertezza.

I nuovi riscontri saranno effettuati immediatamente e i risultati ufficiali verranno consegnati tra oggi e domani al pm Vincenzo Barba.

Anche sui cellulari dei due arrestati emergono dubbi, infattisarebbero entrati in funzione agganciandosi ad altri ripetitori della città e non nella zona della Caffarella.

Da ambienti investigativi si è appreso, però, che l’impianto accusatorio rimane sempre valido, considerati anche altri elementi oggettivi, come il riconoscimento da parte dei due fidanzatini dei loro aggressori e la confessione, poi ritrattata di Loyos, il biondino.

Intanto, Racz sarà oggi ascoltato dal giudice in merito ad un altro stupro, quello di Primavalle, avvenuto il 21 gennaio scorso.

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