Rifiuti tossici e tumori, Gatto (Wwf) sulla situazione dell’agro aversano

di Raffaele De Biase

Alessandro Gatto AVERSA. Il Responsabile del settore rifiuti del Wwf Campania Alessandro Gatto interviene con una cruda quanto efficace disamina su ambiente e salute nell’Agro Aversano.

Lasciamo all’integralità della stessa analisi di Gatto il compito di informare e, se possibile, scuotere i lettori e soprattutto coloro che dovrebbero provvedere alla bonifica delle nostre terre, predisponendo, nel contempo, un sistema di raccolta e di smaltimento dei rifiuti non invasivo e rispettoso della salute dei cittadini.

“Il fenomeno dello sversamento abusivo di rifiuti pericolosi nelle nostre campagne ha causato e sta causando danni irreparabili alla salute delle popolazioni del territorio aversano. Quello dei rifiuti, si sa, è un affare di milioni di euro, soprattutto quando si tratta di rifiuti tossico-nocivi prodotti da industrie, per lo più del nord Italia, che non intendono smaltirli seguendo le vie legali, troppo costose, e che si sono affidati e che si affidano tuttora ai cosiddetti ecomafiosi, cioè i criminali dell’ambiente, che hanno compromesso seriamente la salute dell’ambiente e quindi di tutte le persone che vivono soprattutto nel territorio dell’agro aversano.

Infatti, il territorio a nord di Napoli e soprattutto l’agro aversano è pieno zeppo di tonnellate e tonnellate di rifiuti pericolosi per la salute dell’ambiente e degli esseri umani che ci vivono. Secondo le indagini degli inquirenti i territori suddetti costituiscono le localizzazioni più estese e più pericolose di tutta Italia. Nel territorio dell’agro aversano e del litorale domizio si contano più di 163000 (centosessantatremila) aree inquinate. Si tratta di una rete di suoli, di cave, di laghetti artificiali ed altri invasi usati come discariche illegali dove sono sversati e molto spesso bruciati rifiuti solidi di ogni genere insieme a rifiuti di estrema pericolosità, senza che vi sia alcuna coibentazione tesa ad evitare che venissero contaminate le falde acquifere e i suoli circostanti gli scarichi abusivi.

Alcune delle sostanze tossiche sversate nell’ambiente sono: polveri da abbattimento dei fumi dell’industria siderurgica e metallurgica, ceneri da combustione olio minerale, morchie oleose, morchie di verniciatura, pitture e vernici di scarto contenenti solventi organici non alogenati, fanghi da trattamento acque di processo di depurazione di industrie chimiche ed acque reflue industriali, inchiostri da scarto, melme acide, fanghi di potabilizzazione e chiarificazione delle acque e l’elenco potrebbe ancora continuare a lungo, includendo probabilmente anche rifiuti radioattivi e di pericolosità estrema.

Le vittime di tutto questo losco affare sono l’ambiente massacrato da un lato e le persone avvelenate dall’altro. Il territorio interessato dalle bombe ecologiche delle cave e dei laghi artificiali ricolmi di rifiuti ha subito profonde modifiche ecologiche e strutturali che non verranno certo risanate in tempi brevi. Si tratta soprattutto di falde acquifere inquinate da veleni (metalli pesanti, idrocarburi, sostanze non biodegradabili e persistenti nelle catene alimentari, come ad esempio le diossine, i furani, policlorobifenili, ecc.) che non si sa nemmeno con esattezza quali effetti negativi possono sviluppare ai danni della salute di tutti gli esseri viventi (esseri umani inclusi ovviamente).

Molti di questi agenti inquinanti presenti nel territorio dell’agro aversano hanno un alto potere mutageno (che induce mutazioni del codice del Dna), cancerogeno (che induce la formazione di cancro) e teratogeno (che induce malformazioni fetali).

Di recente sono stati condotti degli studi (studio sull’incidenza dei tumori in Provincia di Caserta, commissionato dalla Protezione Civile, ed eseguito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), dall’Istituto Superiore di Sanità, dal Consiglio Nazionale Ricerche (Cnr), dall’Agenzia Regionale per l’Ambiente della Campania (Arpac) e dall’Osservatorio Epidemiologico Regionale) in cui si è messo in evidenza che le popolazioni che vivono nella parte meridionale della Provincia di Caserta (l’agro aversano appunto) ed alcuni comuni della parte nord della Provincia di Napoli si caratterizzano per un elevato livello di mortalità per tumore dello stomaco, dei reni, del fegato, della trachea, dei bronchi e dei polmoni.

Si nota, inoltre, sia negli uomini, sia nelle donne un aumento esponenziale del rischio di mortalità e di morbilità per neoplasie. In alcuni comuni della Provincia di Caserta (lo studio non cita tutti i comuni dell’agro aversano ma indica con il comune di Aversa coinvolti tutti i comuni dell’agro che sono direttamente confinanti con Aversa, quindi Frignano, San Marcellino, Trentola Ducenta, Lusciano, Parete, Carinaro, Teverola, Casaluce, Gricignano di Aversa, Cesa) si registra un aumento del rischio di contrarre una patologia tumorale del 19% negli uomini e del 23% nelle donne.

Lo studio precisa che l’aumento dell’insorgenza di alcuni tipi di tumori in particolare che si registra in queste zone è direttamente riconducibile alla presenza di inquinamento dovuto a discariche illegali di rifiuti industriali pericolosi e di pratiche di smaltimento illegali, come l’incenerimento in aperta campagna, che sono frequentissime in questo territorio.

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