Nube tossica su San Clemente-Centurano: denuncia di Polverino

di Redazione

Angelo PolverinoCASERTA. La Regione deve dar conto della manutenzione dei forni dei cementifici. A distanza di due mesi del previsto controllo, non si spiega perchè una nube tossica avvolge San Clemente e Centurano.

A questo punto nasce il sospetto che nulla è stato fatto. Spero che l’assessore Ganapini ci informi anche del monitoraggio atmosferico, che interessa la fascia di territorio dove insistono cave e cementifici”.

Con un’interpellanza urgente, il Consigliere Regionale di An, Angelo Polverino, ritorna sulla questione ambientale, che diventa sempre più accesa dopo la sentenza della Consulta, che ha bocciato la legge sulle cave. Polverino ha ingaggiato un braccio di ferro con la Regione ed il Comune di Caserta e per niente è intenzionato ad indietreggiare. Questa volta è la nube, che si presume inquinata, ad accendere la polemica e l’onorevole Polverino è abbastanza documentato per puntare il dito contro gli avversari. “Petteruti, sostiene l’alleanzino, non può girare la faccia dall’altro lato. Ammetta l’ennesimo insuccesso. Il progetto con la seconda Università è naufragato miseramente. Le centraline di rilevamento di tutte le fonti inquinanti, comprese le polveri sottili, o sono difettose o non vuole che entrino in funzione. La centralina di San Clemente, guarda caso, è quella che dà maggiori problemi. L’inefficienza del Comune e l’elevato costo delle centraline rappresentano lo stato di abbandono in cui versa la politica ambientale della sinistra che ci governa”.

Secondo Polverino, il Comune è inadempiente e non permette di controllare chi diffonde sostanze tossiche nell’aria. A pagare sono sempre e solo i cittadini. L’onorevole Polverino non risparmia critiche nemmeno all’Arpac, l’agenzia per la protezione dell’ambiente della Campania. “Non è possibile che l’Agenzia regionale debba richiedere al Centro Regionale per l’Inquinamento Atmosferico i controlli continui sulle polveri sottili, che si concentrano nell’area tifatina, perché non è attrezzata per i rilevamenti. Mi sa tanto che dietro questo scaricabarile c’è la manifesta volontà a non volersi assumere le responsabilità. Qualcuno ha paura che vengano fuori dei dati, che potrebbero turbare i business e non certamente le coscienze. Certe coincidenze destano non pochi sospetti. Nascondere la verità, in casi come questi, non è corretto, soprattutto verso la cittadinanza, che paga un elevato tributo per come è la situazione ambientale a Caserta e nelle città limitrofe. Oramai il danno è fatto. Il territorio è devastato e la gente si ammala. Il nesso tra certe patologie ed il danno ambientale è così forte che nessuno vuole ammetterlo”.

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