Parco Pozzi, una potatura “killer” per le querce secolari

di Nicola Rosselli

Uno degli alberi potati al Parco PozziAVERSA. Più che frondose querce secolari sembrano essere scheletri di giganti con tanti moncherini. E’ un vero e proprio allarme ambientale quello che sta vivendo la flora del parco pubblico “Pozzi” di Aversa.

Una cinquantina di bellissime querce, vecchie di secoli, che offrivano la propria ombra ai frequentatori dell’ex campo profughi aversano, sono state letteralmente ridotte a scheletri. Una potatura radicale che rischia di compromettere la sopravvivenza degli stessi alberi, oggetto di una “cura da maniaco” come ha affermato qualcuno. Ma, forse, come gli stessi amministratori sembrano ipotizzare, si tratta di una cura intensiva interessata tenuto conto che qualcuno avrebbe (il condizionale è d’obbligo, anche se accertamenti amministrativi sarebbero in corso in questo senso) addirittura tratto un’utilità economica dal taglio.

L’assessore alla salvaguardia e alla manutenzione del verde pubblico Nicola de Chiara, appositamente interpellato, non nasconde le proprie perplessità sull’attuale catastrofica situazione delle querce del parco Pozzi e dichiara: “In questi giorni stiamo cercando di venire a capo della vicenda anche con l’aiuto di agronomi di fiducia. L’intenzione è di andare fino in fondo alla questione”.

Alberi potati al Parco PozziSull’argomento lo stesso de Chiara avrebbe avuto anche una discussione con il primo cittadino azzurro Mimmo Ciaramella. In città ad essere allarmati, sin dai primi tagli nello scorso mese di novembre, sono soprattutto i pensionati e gli atleti che trascorrono parte delle loro giornate nell’area verde cittadina. Mentre, da mesi ormai, brillano per il loro assordante silenzio le associazioni ambientaliste cittadine, che pure avevano, negli anni scorsi, tanto combattuto per l’integrità del luogo, costituendo, tra l’altro, anche un apposito sodalizio, gli “Amici del Parco Pozzi”, che avevano dato vita, insieme all’amministrazione un concorso di idee per il recupero integrale dell’intera area. Ma la tosatura delle querce non è l’unico problema che assilla il parco, dove i lavori in corso da oltre due anni non accennano, tra “stop and go”, ad essere portati a termine e lo stato di degrado causato da questa tela di Penelope è sotto gli occhi di tutti, come dimostrano anche le foto.

Accanto ai lavori mai conclusi la mancanza di un arredo consono al luogo, completa un quadro che definire desolante è riduttivo.

Ultimo aspetto della vicenda “parco Pozzi” i pini, anch’essi giganteschi e secolari, che delimitano l’area verde dal lato di via Lennie Tristano. Qui, i soliti lavori che hanno portato all’arretramento del muro di contenimento per ampliare la strada hanno, di fatto, tolto buona parte del sostegno alle radici e ai fusti alti oltre venti metri, mettendone a repentaglio la stabilità. Se così fosse, si sarebbe venuta a creare una vera e propria emergenza per gli edifici che insistono dall’altro lato di via Tristano. Anche qui, stando alle dichiarazioni dell’assessore, sono in corso accertamenti per venire a capo della matassa.

Intanto, se il rischio paventato fosse effettivo, decine di famiglie vivrebbero sotto una spada di Damocle, in attesa che la burocrazia accerti la reale situazione che, comunque, è frutto di una pessima gestione dell’intera vicenda.

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