Ecomostro Punta Perotti, comune risarcirà i proprietari

di Angela Oliva

L'ecomostro di Punta PerottiBARI. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato il comune di Bari per la confisca dei terreni di Punta Perotti.

Nella località barese, infatti, fu costruito un enorme edifico considerato un ecomostro ed abbattuto nell’aprile del 2006 dall’Amministrazione comunale di Bari. I proprietari dell’immobile, le società Sud Fondi, Iema e Mabar erano state assolte dall’accusa di abusivismo con sentenza definitiva. Nel frattempo, però, la dichiarazione di abusivismo aveva portato alla confisca dei lotti che aveva autorizzato il comune di Bari all’abbattimento.

Le società hanno però presentato il ricorso alla corte europea che gli ha dato ragione e ha sentenziato che il comune di Bari dovrà risarcire le società con 40mila euro ciascuno: 30mila per le spese processuali e 10mila per i danni morali. Secondo i giudici di Strasburgo sarebbe stato violato l’articolo 7 della Convenzione dei diritti dell’uomo che sancisce che non può essere inflitta una pena se quest’ultima non è prevista dalla legge e l’art. 1 del Protocollo n.1,che tutela la proprietà privata, considerando, anche, la decisone della Corte di Cassazione italiana quando assolse i costruttori di Punta Perotti: “per aver commesso un errore inevitabile e scusabile nell’interpretare le disposizioni di legge regionali, essendo queste oscure e mal formulate. Allora le leggi in materia di confisca in Italia non erano chiare e quindi non permettevano di prevedere l’eventuale sanzione”.

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