Gaza, continua l’offensiva israeliana. E’ allarme umanitario

di Antonio Taglialatela

 GERUSALEMME. Le truppe israeliane continuano l’offensiva terrestre sulla Striscia di Gaza. Combattimenti si registrano intorno a Gaza City, parzialmente circondata per impedire ai miliziani di Hamas eventuali rifornimenti di armi e munizioni.

Secondo fonti mediche citate dalla tv satellitare araba Al Jazeera, sarebbero 18 i palestinesi uccisi stamane a causa dei raid dell’aviazione israeliana su vari settori della Striscia, tra cui ci sarebbero tre bambini palestinesi, rimasti uccisi nell’attacco di un carro armato israeliano mentre erano nella loro casa nella parte orientale di Gaza City. Diversi altri palestinesi sarebbero rimasti feriti nello stesso episodio accaduto nel quartiere Zeitoun di Gaza. Testimoni locali riferiscono anche di una famiglia (padre, madre e cinque figli) morta per una cannonata della marina israeliana contro una casa nel campo profughi della spiaggia di Gaza. Il bilancio dei tre giorni di offensiva terrestre sarebbe dunque salito a 50 palestinesi e 200 feriti. Mentre dall’inizio dell’operazione “Piombo fuso” sarebbero 520 i morti e 2500 i feriti.

Il sito israeliano Ynetnews scrive che molti civili di Beit Lahyia, nel nord della Striscia, dove è iniziata l’operazione di terra israeliana, hanno lasciato le loro case dopo il tramonto di ieri per rifugiarsi nelle abitazioni di parenti e amici nella zona considerata più sicura di Jabaliya. La gente è partita a piedi poiché aveva il timore che le automobili venissero prese di mira dagli aerei israeliani. Problemi anche ai servizi pubblici: la Striscia è completamente al buio per il collasso della rete elettrica e le strade sono allagate per la rottura dei sistemi idrico e fognario. In Israele, intanto, c’è massima allerta. La radio israeliana riferisce che oltre 12mila uomini sono stati schierati a difesa della sicurezza nazionale, all’ingresso delle maggiori città e nelle aree maggiormente popolate. Stando alla radio militare, migliaia di forze di polizia sono dispiegate a Gerusalemme Est e nella Città vecchia. La polizia ha poi posto restrizioni agli ingressi al Muro del Pianto agli uomini con più di 50 anni.

“Prima quando Hamas colpiva Israele questo esercitava la moderazione: oggi l’equazione è cambiata, se attaccato Israele risponder”, ha affermato il ministro degli Esteri dello Stato ebraico, Tzipi Livni, in una conferenza stampa tenuta a Gerusalemme. Israele “rappresenta la lotta contro l’estremismo e il terrorismo”, e le operazioni contro Gaza non sono che l’esercizio “del legittimo diritto di autodifesa”, ha proseguito Livni, ricordando come lo Stato ebraico avesse lasciato la Striscia nel 2005 “per dare una speranza alla pace”. Il capo della diplomazia israeliana ha poi sottolineato: “Non vogliamo punire la popolazione di Gaza e cerchiamo di evitare le vittime civili, ma Hamas utilizza i civili come scudi umani”.

Da parte sua, Hamas, attraverso il ministro degli Esteri Mohammed al Zahar, invita alla resistenza, promettendo la “vittoria finale”contro Israele. “Con questa aggressione il nemico si è condannato da solo dando al mondo i motivi per l’eliminazione di questa entità temporanea (Israele) in Palestina. Hanno legittimato l’assassinio dei loro bambini uccidendo bambini palestinesi, hanno legittimato la distruzione delle loro sinagoghe e delle loro scuole colpendo le nostre moschee e le nostre scuole”. L’esponente di Hamas si è anche scagliato contro l’Onu e in generale contro l’occidente accusandoli di non fare niente per impedire l’offensiva israeliana.

Un attacco a Israele arriva anche dal Times, secondo cui l’esercito sraeliano starebbe usando proiettili al fosforo bianco, che causa ustioni mortali, per coprire con schermi fumogeni l’avanzata delle proprie truppe nella Striscia di Gaza. Lo testimonierebbe la tipica “nube bianca” registrata nel nord della Striscia. Secondo il Trattato di Ginevra del 1980, le armi al fosforo bianco, che servono anche a illuminare i campi di battaglia nella notte, non possono essere usate in aree abitate da civili. Le forze israeliane smentiscono l’uso di tali armi, usate invece, su stessa ammissione di Israele, nell’attacco al Libano del 2006, su terreni aperti.

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