Sparatoria a Trentola, arrestati i tre sicari di Setola

di Redazione

Raffaele GranataTRENTOLA DUCENTA. In manette tre dei sicari che, secondo i magistrati della Dda di Napoli, nella serata del 12 dicembre hanno compiuto i due agguati in via Caravaggio e via Alfieri, a Trentola Ducenta, esplodendo 110 colpi d’arma da fuoco e ferendo per sbaglio la 46enne Giuseppina Molitierno. video

Si tratta di due giovani di Lusciano, Angelo Rucco, 22 anni, e Giuseppe Barbato, 29, e di Raffaele Granata, 33 anni, di Trentola Ducenta. I primi due sono stati arrestati all’alba di stamani dai carabinieri del reparto territoriale di Aversa, agli ordini del comandante, tenente colonnello Francesco Marra, e del tenente Domenico Forte, e del nucleo investigativo di Castello di Cisterna. Rucco è stato individuato e catturato presso un’abitazione a Lusciano, mentre Barbato si trovava a Cesa. Granata, invece, è stato arrestato dai poliziotti della Squadra Mobile di Caserta.

Un’altra ordinanza di arresto è stata emessa nei confronti del boss Giuseppe Setola, leader dell’ala stragista del clan dei Casalesi, che resta ancora latitante.

da sin. Barbato e RuccoLe forse dell’ordine, coordinate dai pm della Dda, Milita e Sirignano, hanno raccolto consistenti elementi di prova nei confronti degli esecutori materiali delle azioni di fuoco. I tre sono ora accusati del tentato omicidio della signora Molitierno (che, come sottolineato nei giorni scorsi, non c’entra nulla con gli agguati e quindi è stata ferita per un errore dei sicari) e di Salvatore Orabona, 36 anni. Quest’ultimo sembra fosse il vero obiettivo del commando. Si tratta del figlio di Antonio Orabona, un noto boss del clan camorristico dei casalesi, implicato nel maxi processo Spartacus II e nel “racket del latte” imposto ai supermercati della provincia di Caserta insieme a nomi di spicco quali quelli di Francesco “Sandokan” Schiavone e Francesco Bidognetti, alias “Cicciotto ‘e mezzanotte”.

Altro obiettivo dei sicari, secondo i risultati delle indagini finora emersi, era Pietro Falcone, figlio di un altro nome eccellente della malavita trentolese, “Ettoruccio” Falcone, ucciso negli anni novanta a Parete in un agguato, e a sua volta uscito, dopo aver scontato una condanna a sette anni, dal carcere da pochi mesi, per concorso nell’omicidio di Domenico Tonziello, un tabaccaio, sempre di Trentola Ducenta, ammazzato in piazza Savignano ad Aversa durante una rapina.

Arriva dunque a stretto giro la risposta delle forze dell’ordine all’episodio di violenza che in questi giorni ha sconvolto la comunità trentolese.

Nella foto in alto Raffaele Granata, a destra Barbato (s) e Rucco (d)

L’arresto di Barbato e Rucco (17.12.08)

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