Villano (Pd) critica il Decreto sulla riforma scolastica

di Raffaele De Biase

Marco VillanoAVERSA. Una riforma della scuola, quella targata Gelmini, che al Pd proprio non va giù.

A riguardo ad Aversa non manca di esprimere il suo dissenso il responsabile provinciale delle politiche giovanili del partito di Veltroni, Marco Villano, che non lesina critiche nei confronti del governo di centrodestra e del contestato ministro.

“Chissà se prima di essere nominata ministro,- dichiara Villano – la Gelmini sapeva già che il suo ministero della pubblica istruzione sarebbe stato in realtà la stampella del ministero dell’economia e delle finanze. Un cavallo di Troia usato dal governo per tentare di risanare i debiti, mascherando da riforma un sistema di tagli indifferenziato, foriero di un regresso senza precedenti nel mondo dell’istruzione del nostro paese. La stessa Gelmini ha dovuto ammettere che il decreto comporta 7,8 miliardi di euro di tagli alla Scuola.

Per farsi un’idea basta leggere gli otto articoli che compongono il ‘taglio Gelmini’ proprio dal sito del governo. Analizzando l’articolo 1 (Cittadinanza e costituzione) che parla di educazione alla cittadinanza. nel secondo comma si legge “All’attuazione del presente articolo si provvede entro i limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente” che, tradotto in italiano, vuol diresempre che ci siano i soldi’.

L’articolo 2 (Valutazione del comportamento degli studenti) introduce la certezza della bocciatura con un voto in condotta inferiore a sei decimi, il che può anche essere giusto purché non sia un solo docente ad esprimere quel voto!

L’articolo 3 (Valutazione del rendimento scolastico degli studenti) reintroduce il voto espresso in decimi, sia per la scuola primaria che per quella secondaria. Come una volta. Che nostalgia!

L’articolo 4 (Insegnante unico nella scuola primaria) è il vero cavallo di battaglia del decreto: «Nell’ambito degli obiettivi di contenimento di cui all’articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008 (più banalmente: dovendo risparmiare 8 miliardi di euro) le istituzioni scolastiche costituiscono classi affidate a un unico insegnante e funzionanti con orario di 24 ore settimanali. Nei regolamenti si tiene comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia articolazione del tempo-scuola». In pratica – sostiene il giovane esponente del Pd – la scuola durerebbe per i bambini 24 ore, potendo aumentare il tempo scuola in relazione alle domande delle famiglie. Ma le famiglie pagheranno extra questo costo? Ovviamente non c’è scritto. Magari si saprà qualcosa quando ci saranno i regolamenti attuativi.

L’articolo 8 (Norme finali) riguarda l’entrata in vigore del decreto. Anche se al primo comma si legge: ‘Dall’attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica’. E ci mancherebbe, la ‘riforma’ è stata proposta proprio per tagliare le spese. Ma non si sa mai, il legislatore è sempre cauto. Intanto, mentre si stanno tagliando i viveri alla scuola, che rappresenta il vero futuro del paese, Roberto Cota della Lega Nord, dopo la valanga di critiche e proteste, chiede: ‘Scusate, ma in che punto questa riforma non va bene’?Mentre il vice capogruppo alla camera per il Pdl Italo Bocchino dimostra a tutta l’Italia la sua fissa per i bidelli, e difende con grande veemenza la ‘Riforma’ dispensando numeri e mostrando totale disinteresse verso i precari. ma d’altronde cosa ci si poteva aspettare da chi nel recente passato ha definito misura equa un provvedimento che, invece, penalizza chi nel rapporto contrattuale è già per definizione parte debole e cioè il lavoratore subordinato e per giunta precario. Se su alcuni punti non si può certo negare la coerenza del deputato, su certi altri argomenti Bocchino cambia opinione in meno di 24 ore. Sì, perché se proprio ieri, a Matrix, ha detto di voler portare nella scuola e nell’università italiana(tramite la riforma Germini) la meritocrazia ,quando si parla di legge elettorale continua a difendere invece le liste bloccate. Si è arrivati ad un punto di non ritorno. Il disagio dei giovani è grande e il decreto è solo l’ultima goccia. La precarietà, la mancanza di lavoro, la certezza di non essere considerati hanno portato alla nascita di questi movimenti che qualcuno ha voluto screditare parlando di movimenti politicizzati.

Questi movimenti sono nati anche ad Aversa – conclude Villano – e come tutti sanno la rappresentanza studentesca nei licei aversani non appartiene certo alla mia parte politica. Questi movimenti sono autonomi e spontanei e hanno proprio in queste due caratteristiche la loro forza”.

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