“Ciaramella ter”, critiche dall’opposizione

di Nicola Rosselli

Domenico CiaramellaAVERSA. “Siamo di fronte ad una difesa strenua di interessi particolari che non hanno nulla in comune con il bene della città”.

E’ un coro unanime quello che giunge dalle opposizioni contro la formazione del Ciaramella ter. Moderati, comunisti ed ex alleati leggono tutti in maniera negativa la composizione di una giunta che, di fatto, ricalca quella di un anno e mezzo or sono.

“La composizione della nuova giunta, che ricalca (salvo qualche eccezione) quella precedente, – ha dichiarato Mimmo Rosato, consigliere comunale de La Sinistra (Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani) – riafferma la nostra visione di questa maggioranza: il centrodestra non ha un progetto di città, di soluzione dei problemi che interessano la collettività, ma intende tutelare solo alcuni interessi singoli che si sentono garantiti solo da certe persone”. Rosato continua, poi, sulla stessa falsariga rivelando di aver “avvertito disagio addirittura tra gli stessi appartenenti alla maggioranza. Molti miei colleghi consiglieri sono in difficoltà nel giustificare oltre un anno di crisi amministrativa per poi vedersi riconfermata la stessa giunta. A questo punto non capisco quale logica politica ha guidato certe scelte. Ribadisco: è solo un problema di difesa degli interessi di parte”.

Anche un altro avversario alla poltrona a sindaco di Ciaramella, il centrista Paolo Santulli si dichiara perplesso per la composizione della nuova giunta e lancia una provocazione-auspicio: “Speriamo che questi sei sette mesi di riposo per i vecchi assessori, riproposti pari pari, siano serviti per ritemprarli e utilizzarli al meglio con la nuova giunta. Insomma, Ciaramella ha fatto come quegli allenatori di calcio che applicano il turn-over. Li ha fatti stare in panchina per un po’ ed ora potranno dare il meglio di sé”.

Di ritorno al passato parla anche Gennaro Diana, coordinatore segreteria cittadina del Pd che dichiara: “Ciaramella ha sicuramente dato ragione ad un fatto, cioè il ritorno al passato senza nessun rinnovamento. Non mi spiego infatti il protrarsi di così tanto tempo, comportando una paralisi dell’azione amministrativa e lasciando la città in uno stato di degrado e abbandono, in cui versa già da molto. Gli assessori ‘tecnici’ sono stati utilizzati e mortificati al solo fine di trovare la quadratura degli equilibri politici nel segno di una massima spartizione di poltrone tra partiti. Secondo Diana, inoltre, “il sindaco continuerà ad essere ostaggio di questa maggioranza a suon di ricatti, mentre a farne le spese sono sempre i cittadini”.

Gli fa quasi eco Marco Monica, segretario cittadino del Pdci che ha commentato: “Aversa viene abbandonata per un anno e mezzo nel più totale caos, con cantieri aperti e mai completati, con una situazione igienico-sanitaria ai limiti dell’epidemia soltanto perchè Ciaramella non è riuscito più a far fronte alle innumerevoli ‘promesse’ fatte in campagna elettorale. Lotte intestine al centrodestra dove l’unico interesse che non viene contemplato è quello dei cittadini a cui impunemente viene propinata una giunta identica a quella mandata a casa un anno fa. Assessori premiati e riconfermati nonostante fosse visibile a tutti la loro incapacità ed inefficienza, spartizioni da far invidia al celeberrimo manuale Cencelli e ricatti continui per un posto o una delega in più. Il sindaco Ciaramella, ostaggio dei poteri forti, dovrebbe avere uno scatto di dignità e assegnare le proprie dimissioni per restituire una speranza ad una città soffocata dai famelici appetiti di amministratori senza scrupoli”.

Contro Ciaramella anche Gennaro Morra, ex assessore della prima consiliatura e leader de L’Italia di Mezzo’, che nella primavera scorsa faceva parte delle liste che appoggiarono il sindaco azzurro quale candidato a primo cittadino. “Mi meraviglia l’esclusione di alcune liste civiche. Cosa assurda e controcorrente – afferma Morra – rispetto agli accordi post-elettorali stabiliti, che impegnavano il sindaco a considerare la composizione in consiglio, partendo dalla ‘fotografia’ del giorno degli scrutini”.

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