Impronte ai Rom, l’Ue: “Provvedimento non discriminatorio”

di Redazione

 BRUXELLES. Dopo il polverone sollevato dall’opposizione e da varie associazioni per la tutela della privacy all’indomani della decisione del ministro dell’Interno Roberto Maroni di prendere le impronte digitali ai bambini rom, arriva una buona notizia per il governo italiano.

L’Ue, tramite Michele Cercone, il portavoce del commissario europeo per Giustizia, libertà e sicurezza, Jacques Barrot, ha ritenuto non discriminatorie le misure adottate da Palazzo Chigi per far fronte all’emergenza dei nomadi. Infatti, “nè le ordinanze né le condizioni di esecuzione delle misure prese autorizzano la raccolta di dati su etnia o religione’. Anche la raccolta delle impronte digitali viene fatta solo per identificare”.

Il giudizio positivo di Bruxelles sulle misure adottate dall’Italia per far fronte all’emergenza dei campi nomadi illegali, che sarebbero in linea con il diritto comunitario e non discriminatorio, fa felice il leghista Maroni che nonostante le numerose critiche ricevute aveva sempre mantenuto ferma la sua posizione: “Ero certo di questo ma la conferma che arriva oggi dà grande soddisfazione e fa giustizia di tutte le accuse, le offese, gli insulti in questi mesi da parte di chi non sapeva bene di cosa stesse parlando e utilizzava questo argomento solo per fare delle basse polemiche. La Commissione ritiene questi nostri provvedimenti, cioè la nomina dei tre commissari straordinari, il censimento e la modalità con cui viene fatto, non discriminatori e quindi in linea con le direttive europee. Ci conforta questo giudizio sulla nostra azione che continueremo secondo i tempi previsti: entro metà ottobre il termine del censimento e poi i provvedimenti conseguenti per chi sarà stato censito”.

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