Docenti precari: “Ecco il ‘gioco’ dei trasferimenti”

di Redazione

 CASERTA. “Quanto accaduto ai docenti precari casertani è qualcosa di unico, non tanto dal punto di vista giuridico ma per come, dinanzi ad una evidente illegittimità di comportamento, si continui a far finta di non comprendere”.

Cosi esordisce in una nota il Comitato dei Docenti Precari della provincia di Caserta. “La questione trae origine dall’annoso problema dello squilibrio numerico esistente tra le graduatorie (oggi dette ‘ad esaurimento’) di tutte le province italiane; più chiaramente, in molte province del centro-nord si sono verificati e si verificano casi di graduatorie ‘esaurite’ (ovvero graduatorie i cui docenti sono stati tutti immessi in ruolo); mentre al sud persistono situazioni di graduatorie superaffollate, penalizzate anche da immissioni in ruolo molto limitate. A questo punto (la bella trovata di qualche intelligentone!), in utilizzo della normativa che regolamenta la mobilità dei docenti, molti dei quali (capziosamente) approfittando dell’aggiornamento delle graduatorie 2006/2007 hanno prodotto domanda di trasferimento ed inserimento nelle graduatorie di altre province (quasi tutte del centro-nord), scegliendo quelle che avrebbero assicurato ‘il ruolo’. E, successivamente, ad avvenuta formalizzazione del contratto a tempo indeterminato (entrata ‘in ruolo’), entro il termine del 4 luglio 2008, hanno inoltrato richiesta per il ‘ritrasferimento’ nella provincia di origine in utilizzo dello strumento della ‘assegnazione provvisoria’. Tale soluzione, in alternativa alla normale richiesta di trasferimento che prevede dei requisiti temporali di permanenza nella sede di assunzione in ruolo (2 anni per i trasferimenti interprovinciali e 3 anni per quelli fuori provincia), in presenza di determinati requisiti soggettivi consente di spostarsi provvisoriamente (per un solo anno scolastico) nella provincia di ‘ricongiungimento’ (ovvero quella da cui si è emigrati pochi mesi prima). Stranamente la legge prevede questi requisiti solo per la fase di ‘rimpatrio’ nelle province di residenza (?) ovvero quali sono stati i reali motivi che hanno indotto questi docenti a trasferirsi nelle province del centro-nord (?).

Fin qui emergono anomalie di carattere strettamente normativo, forse legate a vuoti legislativi che hanno consentito un ‘facile raggiro’ di una norma generale la cui ratio è quella di regolamentare la movimentazione del personale docente, educativo e Ata. Ma la vicenda casertana è permeata di comportamenti e fatti di natura anche fraudolenta. Nello specifico, e soprattutto quest’anno a seguito dei forti tagli agli organici, le comprovate anomalie sono emerse in modo lampante. L’Ufficio Scolastico Provinciale di Caserta, con nota datata 03/09/2008, scrive: ‘… ci si è attenuti ai criteri stabiliti dal predetto C.C.N.L. nel pieno rispetto delle istruzioni ministeriali e della massima trasparenza’. Poi, successivamente, lo stesso procede alla revoca di alcune assegnazione a seguito di anomalie emerse. Esistono le procedure per il controllo della sussistenza dei requisiti soggettivi, chi esegue questo controllo e chi ne è responsabile? Chi controlla il controllore? Il tutto si complica nel caso in cui i docenti rientrati ‘in massa’ nelle graduatorie della provincia di Caserta hanno anche fatto ricorso a norme speciali (legge 104/92) per vedersi riconoscere la ‘assegnazione provvisoria’. Si precisa che per la sola classe primaria (elementare) sono state concesse oltre trecento assegnazioni provvisorie, in favore di docenti che occupano un posto di ruolo in altre province italiane e che per quest’anno si ritrovano ad essere stati assegnati in provincia di Caserta, scalzando i posti che normalmente vengono utilizzati per i contratti a tempo determinato riservati ai docenti precari inseriti nella graduatoria ad esaurimento della medesima provincia. Quest’anno, per effetto dei tagli e a seguito del riconoscimento di massa delle assegnazioni provvisorie, ai docenti precari sono stati riservati solo poche decine di incarichi a tempo determinato. Inoltre, non si comprende perché questo riconoscimento ‘massivo’ di assegnazioni provvisorie (estremamente sproporzionato rispetto agli organici di diritto) si è verificato solo nella provincia di Caserta; le altre province della Campania hanno adottato criteri e comportamenti diversi.

Quindi, per concludere, a parte gli esigui posti in ruolo riconosciuti ai docenti casertani, l’effetto destabilizzante ed illegittimo delle suddette assegnazioni provvisorie ha creato nei docenti precari la convinzione che c’è una forte volontà (forse politica) di ‘sopprimere’ questa categoria di lavoratori, nonostante abbiano per anni tentato di costruirsi onestamente un futuro dignitoso e che, invece, oggi gli viene negato. Probabilmente, a breve le graduatorie ad esaurimento verranno trasformate in ‘graduatorie a smaltimento’, a dimostrazione del fatto che i docenti precari della Campania sono considerati degli scomodi ‘rifiuti umani’ da smaltire”.

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