Roma, ancora grave la bimba francese picchiata dal padre

di Redazione

Altare della PatriaROMA. Resta grave la piccola Luna, la bimba francese di 4 anni pestata a sangue sabato sera dal padre, Julien Monnet, dinanzi all’Altare della Patria, sbattendola con la testa, per tre volte, sul marmo del monumento ai Caduti.

Si trova in stato di coma post-operatorio all’ospedale del Bambin Gesù dove è stata sottoposta ad intervento neurochirurgico. I violenti colpi subiti le hanno provocato un profondo trauma cranico. Secondo gli accertamenti finora compiuti, Monnet, 37 anni, attualmente detenuto al carcere di Regina Coeli, aveva da poco perso il lavoro di tecnico informatico in una società francese. Da tempo soffriva di problemi psichici. Il comandante dei carabinieri del gruppo di Roma, Alessandro Casarza, ha riferito che nello zainetto che l’uomo portava con sè sono stati rinvenuti degli psicofarmaci. Ieri sera è arrivata nella capitale la madre di Luna, che era in vacanza in Turchia. La donna, descritta come una giovane, accompagnata dai propri genitori, quando è stata contattata dai carabinieri si è detta sorpresa del fatto che il marito fosse a Roma, doveva essere a Parigi.

Monnet era giunto a Roma con la figlia venerdì scorso, su un treno proveniente da Parigi. Il francese, sabato sera, era stato notato su via del Corso da alcuni passanti per il suo comportamento anomalo e per il fatto che strattonava la bambina. Gli stessi lo avevano seguito fino a Piazza Venezia, segnalandolo ai vigili. Era ubriaco, ed aveva anche vomitato. Gli si avvicinava una vigilessa per chiedergli perché la bimba stesse piangendo e lui iniziava a picchiare la figlia, poi la prendeva per i capelli e la sbatteva sul marmo. “E’ svenuta, credevo fosse morta”, ha dichiarato Anna Esposito, la vigilessa intervenuta. Monnet, a quel punto, si scaraventava con la testa contro la base del marmo, come aveva fatto prima con la figlia. Ai piedi del monumento ai Caduti si è formava una pozza di sangue. Il 37enne veniva prima medicato al Fatebenefratelli e poi trasferito in carcere.

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