Pezone lascia il Pd: “Un partito incapace di dare risposte”

di Nicola Rosselli

PdaAVERSA. Salvatore Pezone, tra i più votati in sede di primarie del Pd, già vicesindaco, lascia definitivamente il partito di Veltroni per ritornare all’esperienza del Pda che, dopo aver conquistato ben cinque consiglieri comunali in occasione delle ultimi amministrative, li ha visti traghettare tutti verso la maggioranza di centrodestra ad eccezione del leader del movimento Giuseppe Stabile.

“Con la presente, – si legge in una nota inviata da Pezone a Veltroni, Iannuzzi e De Franciscis nella mia qualità di componente della assemblea regionale campana del Partito Democratico, in virtù della mia candidatura alle primarie nella lista Campania Democratica, ritengo opportuno comunicarvi le motivazioni per le quali intendo dimettermi dalla detta assemblea e non aderire al Pd, ritornando ad impegnarmi esclusivamente nel Movimento civico Pda-Progetto democratico per Aversa”. “A mio avviso, – continua Pezone – non siamo stati capaci di dare risposte adeguate alla grande sfida di costruire un nuovo grande partito riformista. Infatti, sia a livello regionale che provinciale, nel Pd, finora, non c’è stata una riflessione seria e severa sullo stato del partito e sulle vere motivazioni della sconfitta. Questo immobilismo ha fatto svanire la speranza di un cambiamento, la speranza di un partito capace di forti elementi di innovazione”.

L’esponente riformista accusa l’attuale classe dirigente provinciale e regionale di essere “preoccupata esclusivamente di mantenere piccole rendite di potere o, addirittura, un potere personale fine a sé stesso. Questo fenomeno di erosione della speranza di cambiamento, e di tutto quanto di positivo il Pd sembrava voler introdurre, si tocca con mano con particolare evidenza nella nostra Provincia, nella quale il Pd, invece di introdurre una forte innovazione, si attarda in vecchie pratiche dorotee, che trasmettono all’elettorato provinciale un unico dato: un assoluto indecisionismo e, quindi, una incapacità a risolvere i problemi provinciali con una forte ed incisiva azione sia politica che amministrativa”.

Con Stabile lasciano il Pd una buona parte degli “aversani”. Di fatto, se si esclude la componente che fa capo al consigliere provinciale ex diessino Rodolfo Parisi, il partito di Veltroni nella città normanna non esiste. In verità, che non esistesse sembrano essersene accorti in molti, anche durante la fase delle ultime elezioni politiche quando ad Aversa sono state lasciate in lista solo delle briciole con due aversani in lista, ma in posti proibitivi.

Anche in consiglio comunale, dei tre eletti nelle liste della Margherita e dei Ds: Amedeo Cecere per la prima e Francesco Gatto e Raffaele Pellegrino per i secondi, solo Gatto (anch’egli figlio d’arte, secondogenito dell’ex onorevole Mario) ha scelto di aderire al Pd. Cecere, invece, è tornato al “primo amore”, il Partito Socialista, affermando di non voler aderire ad un partito calato dall’alto ed assolutamente assente nel dibattito locale. Pellegrino, da parte sua, pur rimanendo nel centro sinistra, si è dichiarato indipendente. Insomma, la seconda forza politica italiana, la prima di opposizione, si ritrova con un solo consigliere comunale presente nell’assise cittadina.

Forse a causa di errori che, al momento della formazione delle liste per le amministrative, nell’aprile 2007, hanno messo a segno i due segretari provinciali di Ds e Margherita: Ubaldo Greco e Pierino Sgueglia che, all’epoca, calarono in città per omaggiare l’ottuagenario Ciriaco De Mita. Ma non solo, anche l’attività politica del Pd ad Aversa è praticamente inesistente, nonostante le tante sezioni aperte e le centinaia di iscritti.

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