Un pellegrinaggio sulla tomba dell’imprenditore ucciso dalla camorra

di Redazione

Domenico NovielloCASAL DI PRINCIPE (Caserta). Domenica 1 giugno, alle ore 11, si terrà un pellegrinaggio al cimitero di Casal di Principe, sulla tomba di Domenico Noviello, l’imprenditore ucciso dalla camorra lo scorso 16 maggio a Castel Volturno.

Un’iniziativa, in vista della Festa della Repubblica, che viene celebrata in tutta Italia il giorno successivo, 2 giugno, promossa da Libera e dal Comitato Don Peppe Diana, che evocano una frase di Piero Calamandrei: “Se voi volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”.

Ed i rappresentanti delle due associazioni, a tal proposito, riflettono: “Noi nei luoghi evocati da Calamandrei ci siamo tornati e ci torneremo ancora mille volte, ma con la stessa intensità e volontà di impegno concreto e tenace sentiamo il dovere di ‘andare in pellegrinaggio’ nei luoghi nei quali la Costituzione è stata difesa in questi sessant’anni. Sappiamo infatti quanto l’attuazione e la tutela del patto fondativo della nostra Repubblica abbia richiesto e richieda a ciascuno di noi un continuo sforzo e un’immutata passione. Per questo andremo in pellegrinaggio sulla tomba di Domenico Noviello, ucciso il 16 maggio 2008, a 65 anni, dalla camorra che non dimentica. Aveva denunciato e fatto condannare i suoi estorsori, era stato sotto posto a programma di protezione nel 2001, ma nel 2003 il programma era stato revocato, ritenendo la Commissione Centrale che non sussistessero più motivi di rischio. Il coraggio dei Testimoni di Giustizia nel denunciare, preferendo la legalità e la giustizia alla sudditanza o alla complicità, rappresenta l’anima della nostra Costituzione. Il dolore e la solitudine in cui queste persone troppo spesso si trovano a vivere, rappresentano una ferita profonda per tutti noi. La responsabilità di certi segmenti delle Istituzioni nel procurare questo dolore e questa solitudine è per noi uno scandalo vergognoso e inaccettabile. La Commissione Parlamentare Antimafia stessa nella relazione approvata il 20 febbraio 2008 all’unanimità (relatrice On. Angela Napoli) ha richiamato con forza il valore dei Testimoni di Giustizia e l’inammissibilità di certi inadempimenti imputabili al Ministero dell’Interno. Inadempimenti quanto meno colposi. Speriamo di poter condividere questo pellegrinaggio con i Testimoni di Giustizia, le loro famiglie e con quanti si sentono corresponsabili delle loro scelte, delle loro fatiche e della loro fame di giustizia. Speriamo – concludono – che questo gesto ci aiuti a vivere con rinnovata consapevolezza la festa del 2 giugno: noi nella storia di questa Repubblica ci riconosciamo, ce la assumiamo fino in fondo e sapendo che è stata ed è anche storia matrigna e cattiva, non ci diamo alternativa all’impegno per farla migliore”.

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