Capasso: “L’arroganza di Savoia condannata anche dai giudici”

di Redazione

Ernesto CapassoSANT’ARPINO. “La sentenza con la quale il giudice di Aversa ha assolto Salvatore Brasiello, Tiberio Boerio, Vito Compagnone e Giuseppe Del Vecchio, non solo mi rallegra dal punto di vista umano, ma mi soddisfa anche da quello politico.

Essa dimostra come quelle portate dall’opposizione nel corso di questi anni sono state critiche esclusivamente politiche che non hanno mai avuto alcunché di diffamatorio e tendenzioso”.

È questo il commento dell’ex vicesindaco, ed attuale componente del gruppo “Uniti per l’Alternativa”, Ernesto Capasso, sul provvedimento che di fatto ha posto termine ad una vicenda iniziata con la querela da parte del sindaco Giuseppe Savoia e del presidente del consiglio comunale Oreste Perrotta contro alcuni esponenti politici dell’opposizione.

“Non avevo mai nutrito alcun tipo di dubbio sulla non colpevolezza dei succitati amici dell’opposizione – prosegue nella sua disamina Capasso – e la magistratura con questa decisione ha confermato la mia idea. Del resto l’operato dell’opposizione da quattro anni a questa parte si è caratterizzato per l’essere costruttivo e mai offensivo o peggio ancora diffamatorio. Di fronte a quanti cercavano con il proprio contributo di trovare una soluzione ai problemi della nostra comunità il Savoia e i suoi vassalli non hanno fatto altro che servirsi dello strumento delle querele vedendo diffamazioni a destra e a manca. Ma purtroppo per lui il sindaco anche in questo caso ha preso un abbaglio, in quanto la strada giudiziaria si è rivelata un disastro, poiché la magistratura ha riconosciuto come rientranti nella normale dialettica politica, e quindi nella libertà di espressione, le nostre prese di posizione.

Ma la strada di Savoia di adire le vie legali è disastrosa non solo per lui, che non ha visto riconosciute le sue presunte (molto presunte) ragioni, ma anche per tutti i cittadini e contribuenti santarpinesi, alla luce del fatto che le spese per gli avvocati ingaggiati dai nostri amministratori vengono addebitate alle casse civiche e quindi all’intera collettività. Un modus operandi scorretto e gravissimo, in quanto non si è mai visto che una persona per difendere la propria onorabilità fa pagare ai suoi concittadini gli onorari dei suoi legali. E così paradossalmente chi come il sottoscritto è stato più volte querelato non solo deve pagare i propri difensori, ma anche contribuire a pagare quello del suo avversario in giudizio. Siamo all’assurdo anche perché la querela è un atto prettamente personale che non ha nulla a che vedere con la carica momentaneamente ricoperta dal Savoia. Ma il nostro primo cittadino ovviamente è unico anche in questo. ù

Tornando all’aspetto politico della faccenda c’è da rimarcare come il Savoia se avesse voluto fare gli interessi di Sant’Arpino avrebbe dovuto cercare di instaurare un confronto sereno e costruttivo con l’opposizione cercando di trovare quei contributi utili a gettare le basi per risolvere i problemi che stanno a cuore ai santarpinesi. Per quel poco di esperienza che ho come politico e amministratore posso dire, senza timore di smentita, che compito di un buon sindaco è quello di ascoltare tutte le voci, carpire quanto di positivo proviene da ognuna di essa e decidere nell’interesse di tutti. Nel rispetto dei ruoli e delle differenze fra maggioranza e opposizione un sindaco deve essere in grado di mediare fra le diverse istanze delle forze che rappresentano la società. Insomma l’esatto contrario della filosofia che è stata alla base dell’operato di Savoia. Per questo sarà compito di noi che ci siamo posti come alternativa a questo sistema lavorare per cambiarlo e dare vita ad un’azione capace di modificarlo radicalmente.

È necessario iniziare ad operare insieme ai giovani, che rappresentano le forze emergenti e che vanno presi nella dovuta considerazione, facendo capire loro quanto di sbagliato c’è in quello che è accaduto sino ad oggi e come sia importante che tutti diano il loro contributo attraverso la dialettica politica ad una sana vita democratica che in fondo poi altro non è che l’unico strumento per arrivare a risolvere i problemi del popolo. È bene ricordare a tutti, in particolar modo al sindaco, che il confronto e il dialogo rappresentano presupposti essenziali nell’agire dell’uomo e nel suo operato politico”.

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