Il potere degli autotrasportatori si chiama sacrificio

di Redazione

sciopero degli autotrasportatoriCon lo sciopero in atto la categoria dei camionisti ha fatto capire che può gestire le sorti dell’Italia in ogni momento. Soprattutto ha fatto comprendere che uniti si può vincere qualsiasi battaglia.

Innanzitutto, va rispettata la protesta che si sta portando avanti, soprattutto per il lavoro che fanno i camionieri, ore e ore di viaggio per portare nelle nostre case ogni bene che si produce. In compenso ottengono paghe da fame, soltanto la passione non li fa scendere dai loro mezzi. Le imprese di trasporti sono subissate di tasse, ed hanno costi che ormai non si riescono più a sopportare, in primis quello dei carburanti. Per carità, anche le “auto blu” consumano carburante ed hanno un costo esagerato, soltanto che quelle sfrecciano in autostrada a 220 kmh, in barba ai limiti di velocità e possono provocare incidenti, nonostante non abbiano alcun interesse ad andare così veloci dal momento che non devono consegnare nessuna merce. Mi domando: le leggi in Italia sono uguali per tutti? Boh! Un”altra domanda: perché precettare uno sciopero? Qui mi voglio soffermare un attimo. Questi operai o imprese stanno scioperando perché sono esasperati e vogliono esprimere richieste per le quali, purtroppo, allo stato, non vi è dialogo con il governo. Forse gli scioperi “sacrosanti” sono solo quelli che vedono in prima fila le grandi figure sindacali oppure i grandi politici che scendono al fianco di una categoria e lasciano soli un”altra? Gli stessi precettano lo sciopero dei camionisti perché è l’unico vero atto di forza mai visto in Italia. In sole 48 ore il paese si è paralizzato. E ciò vuol dire che il lavoro di questa categoria è fondamentale. Allora perché non dargli quello che merita invece di precettare lo sciopero? Ricordo che prima nei tir viaggiavano sempre due autisti, oggi sull’autostrada ne vedo solo con a bordo uno, eppure questo è importante visti i turni massacranti a cui sono soggetti gli autotrasportatori. La risposta è semplice: i costi sono aumentati ed è meglio risparmiare sul secondo autista. Lo sapete che ci sono autisti che partono da Palermo e vanno a Parigi da soli, poi ritornano a Palermo, nemmeno mezza giornata di riposo, e ripartono. Si sta colpevolizzando chi fa un lavoro “usurante” nel vero senso della parola. Gente che ogni giorno percorre centinaia e centinaia di chilometri per avere in cambio un misero stipendio. Oppure “padroncini” con la voglia di abbattere i costi e guadagnare qualcosa in più, altrimenti tra tasse, carburanti, pedaggi ed altre spese non c’è la farebbero a sostenere l’attività. Vedi se non sono sempre quelli che non fanno nulla dalla mattina alla sera, compreso i politici, a lamentarsi per i disagi in corso. Vorrei vedere loro a bordo di un camion in piena notte per raggiungere il luogo di destinazione nelle prime ore dell’alba, per poi rimettersi in marcia nel primo pomeriggio e tornare a casa per trascorrere qualche ora con la famiglia. Quanti tir verso le quattro del mattino sono fermi sulle aree di sosta, oppure nelle soste all’uscita dei caselli autostradali per riposare perlomeno un ora? Quanti di loro, mentre noi la domenica siamo con la famiglia, si accingono a mettersi in viaggio? Per cosa? Per avere in cambio uno stipendio che a malapena supera i 1500 euro al mese. La musica non cambia per i padroncini, fanno chilometri per guadagnare al massimo 2000 euro al mese, queste somme non sono nulla a confronto dei sacrifici che devono fare. Allora non lamentiamoci, diamo loro la possibilità di ottenere quello che gli spetta.

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