La storia di Pius, l”ugandese che oggi può camminare

di Redazione

PiusMILANO. In occasione della Giornata Mondiale dei Diritti dei Bambini, Coopi ribadisce con forza l’obiettivo di garantire a tutti i bambini del mondo i loro diritti fondamentali, tra cui il diritto allo studio per costruire un futuro migliore per sé e per la propria comunità.

Etiopia, Senegal, Sierra Leone, Uganda, Repubblica Centrafricana e Perù sono i paesi in cui COOPI-Cooperazione Internazionale (www.adottareadistanza.org) ha chiesto ai propri sostenitori di dare un segno concreto di solidarietà adottando un bambino per assicurare a loro e alle loro comunità la tutela dei diritti fondamentali. E la risposta è stata forte: oltre 1600 adozioni attivate. Ma soprattutto la costruzione di rapporti umani forti che in molti casi vanno oltre la semplice adozione per prendersi carico dei veri problemi dei bambini.

Pius dopo lE’ questo il caso di Pius, bimbo ugandese disabile dalla nascita che dal suo padre adottivo, oltre che la cifra annuale dell’adozione, ha ricevuto un dono molto speciale: poter camminare. Era indicato sulla scheda di presentazione inviata alla sua famiglia italiana adottiva, che Pius era nato con una grave malformazione ma è stata con la foto di aggiornamento che i suoi genitori adottivi italiani hanno deciso di fare più e di sostenere le spese per l’intervento chirurgico: 255 euro. L’operazione è riuscita bene. Pius sta seguendo la riabilitazione post-operatoria e porta dei bendaggi. Poiché ha 13 anni e dalla nascita non ha mai potuto reggersi in piedi, ci vorrà molto tempo e molto esercizio perché la muscolatura sia in grado di reggere il suo peso e di farlo stare in piedi.

In Uganda, il collega di Coopi, Semere, ha fatto qualche domanda a Pius

Qual è il tuo più grande desiderio?

Vorrei andare a scuola: non ci sono mai potuto andare e questo è quello che più desidero.

In che classe andresti?

Voglio andare direttamente in V, perché i bambini della mia età ormai frequentano la V.

E cosa vorresti fare da grande?

Vorrei essere un prete per aiutare le persone che hanno più bisogno.

Cosa pensi della tua famiglia adottiva italiana?

Che sono persone gentili perché anche se mi conoscono poco hanno fatto tutto questo per me.

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