Il Comune parte civile nel processo sull’affaire rifiuti in Campania

di Antonio Taglialatela

il sindaco Nicola PaganoTRENTOLA DUCENTA. Il Comune di Trentola Ducenta si costituirà parte civile nei procedimenti giudiziari sulla vicenda rifiuti in Campania che vede tra gli indagati il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, e i vertici dell’Impregilo, affidataria dell’appalto per lo smaltimento dei rifiuti fino al gennaio 2006.

Ad annunciarlo il sindaco Nicola Pagano che intende rappresentare, in sede processuale, le istanze dei suoi concittadini e del suo territorio, danneggiati dal famoso sito di ecoballe presente nel vicino territorio di Villa Literno. “Sono inestimabili i danni procurati all’ambiente e alla salute dei cittadini in tutti questi anni ed è ora che qualcuno paghi per la gestione finora operata in tema di rifiuti”, commenta il primo cittadino, esponente dell’Udeur.

Antonio BassolinoTruffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture sono i reati ipotizzati dalla Procura della Repubblica di Napoli nell’ambito delle richieste di rinvio a giudizio per i 29 indagati sulla gestione dell’emergenza rifiuti in Campania. Tra questi, come dicevamo, il governatore Bassolino, commissario straordinario di governo per l’emergenza rifiuti in Campania dal maggio 2000 al febbraio 2004, e Piergiorgio Romiti e Paolo Romiti, dirigenti della Impregilo, nonché l’ex vicecommissario Raffaele Vanoli, l’ex sub commissario Giulio Facchi, tecnici del commissariato di governo come Giuseppe Sorace e Claudio De Biasio, gli amministratori delegati di Fibe, Armando Cattaneo, e Fisia, Roberto Ferraris. Le richieste dei pm napoletani Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, coordinati dal procuratore Camillo Trapuzzano, sono state depositate lo scorso 31 luglio, dieci mesi dopo le notifiche delle conclusioni delle indagini preliminari (che risalgono all’8 settembre del 2006). A conferma dell’impianto accusatorio della Procura il rigetto, da parte del tribunale del Riesame, del ricorso sull’ordinanza del gip Rosanna Saraceno che ha disposto il sequestro di 750 milioni di euro del patrimonio del gruppo Impregilo e delle controllate Fibe, Fibe Campania e Fisia Italimpianti.

immagine aerea del sito di ecoballe di Villa LiternoDovevano produrre energia le famigerate ecoballe, e invece sono diventate delle bombe ecologiche che valgono tanto oro quanto pesano, 200 milioni di euro l’incasso annuo previsto per il loro smaltimento. Peccato che quei pacchi di immondizia non potranno mai essere bruciati, nemmeno nell’arco di centinaia di anni in quanto quei rifiuti non sono stati divisi prima di essere compattati e il trattamento con l’inceneritore è ammesso previa inertizzazione, cioè separazione da tutto ciò che non è umido e produce sostanze tossiche, come la diossina.Ma quelle ecoballe contengono di tutto. Per non parlare del territorio. Nel sito di Villa Literno, dove una volta primeggiavano terreni coltivati a pesche, prugne e uva asprigna, i prodotti rinomati della zona, adesso sorgono spaventose “piramidi” sparse su centinaia di migliaia di metri quadrati.

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